Comitato di San Giorgio: “No al treno e all’hub del Cretaccio, meglio una metropolitana leggera”

Gianluca Ricci20/02/20213min
hub previsto Cretaccio


Sarà esteso una decina di ettari l’hub del Cretaccio che verrà realizzato come snodo strategico del traffico di tutto l’alto Garda, una volta che si saranno conclusi i lavori del nuovo collegamento viabilistico con Nago. Un maxi parcheggio da mille posti auto, una stazione ferroviaria sulla nuova linea proveniente da Rovereto, uno scalo merci con magazzini annessi: questo è quanto è stato previsto nel progetto che stravolgerà completamente la fisionomia di un territorio che oggi è classificato come area agricola di pregio. L’ennesimo sfregio ambientale contro il quale il Comitato di partecipazione di San Giorgio, Grotta e Linfano aveva già manifestato tutta la sua contrarietà. Una posizione ribadita anche in questi giorni in cui si sta discutendo dell’opportunità di progettare il collegamento ferroviario fra l’asta dell’Adige e la “Busa”: il Comitato si oppone a questo progetto «perché lo ritiene particolarmente impattante in ragione del consumo di suolo previsto, dei costi eccessivi delle opere necessarie in relazione ai benefici prodotti e del pesante degrado per la vivibilità della frazione di S. Giorgio che questo piano produrrà». Un’ipotesi peraltro considerata anche poco funzionale: «Quale turista – si legge nel comunicato redatto dai rappresentanti del Comitato – sarà disposto a lasciare la propria auto in via Sabbioni aspettando un mezzo pubblico quando può raggiungere, con breve ulteriore tragitto, la propria destinazione finale?». Molto meglio, secondo i residenti della zona interessata dal progetto, la realizzazione di una metropolitana leggera che tocchi più capillarmente i punti più strategici del territorio, un servizio che tra l’altro permetterebbe di andare pure incontro alle esigenze di mobilità locale soprattutto sull’asse Riva-Arco. Dubbi anche sulla sostenibilità economica di un ipotetico scalo merci, visti i volumi di produzione e traffico delle aziende circostanti, peraltro espressi anche dalla Commissione Urbanistica provinciale, come hanno ricordato i firmatari dell’appello. Ecco perché il Comitato chiede alla Provincia di valutare alternative di collegamento su rotaia più funzionali e rispondenti alle reali esigenze del territorio, oltre che meno impattanti e meno costose.

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