Sarà esteso una decina di ettari l’hub del Cretaccio che verrà realizzato come snodo strategico del traffico di tutto l’alto Garda, una volta che si saranno conclusi i lavori del nuovo collegamento viabilistico con Nago. Un maxi parcheggio da mille posti auto, una stazione ferroviaria sulla nuova linea proveniente da Rovereto, uno scalo merci con magazzini annessi: questo è quanto è stato previsto nel progetto che stravolgerà completamente la fisionomia di un territorio che oggi è classificato come area agricola di pregio. L’ennesimo sfregio ambientale contro il quale il Comitato di partecipazione di San Giorgio, Grotta e Linfano aveva già manifestato tutta la sua contrarietà. Una posizione ribadita anche in questi giorni in cui si sta discutendo dell’opportunità di progettare il collegamento ferroviario fra l’asta dell’Adige e la “Busa”: il Comitato si oppone a questo progetto «perché lo ritiene particolarmente impattante in ragione del consumo di suolo previsto, dei costi eccessivi delle opere necessarie in relazione ai benefici prodotti e del pesante degrado per la vivibilità della frazione di S. Giorgio che questo piano produrrà». Un’ipotesi peraltro considerata anche poco funzionale: «Quale turista – si legge nel comunicato redatto dai rappresentanti del Comitato – sarà disposto a lasciare la propria auto in via Sabbioni aspettando un mezzo pubblico quando può raggiungere, con breve ulteriore tragitto, la propria destinazione finale?». Molto meglio, secondo i residenti della zona interessata dal progetto, la realizzazione di una metropolitana leggera che tocchi più capillarmente i punti più strategici del territorio, un servizio che tra l’altro permetterebbe di andare pure incontro alle esigenze di mobilità locale soprattutto sull’asse Riva-Arco. Dubbi anche sulla sostenibilità economica di un ipotetico scalo merci, visti i volumi di produzione e traffico delle aziende circostanti, peraltro espressi anche dalla Commissione Urbanistica provinciale, come hanno ricordato i firmatari dell’appello. Ecco perché il Comitato chiede alla Provincia di valutare alternative di collegamento su rotaia più funzionali e rispondenti alle reali esigenze del territorio, oltre che meno impattanti e meno costose.