Covid-19, nuova ordinanza PAT: nei locali sì alla musica ma niente ballo
Sì alla musica e al consumo di cibo e bevande nei locali del Trentino, ma niente ballo. Con una nuova ordinanza, firmata dal presidente della Provincia autonoma di Trento, vengono specificati alcuni aspetti rispetto al Decreto emanato dal Ministero della salute. “Non è un provvedimento in antitesi a quello nazionale – ha subito precisato il presidente – quanto una interpretazione più aderente alle nostre specificità. Le città e le valli del territorio trentino infatti non sono luoghi di movida come le località di mare, ma le nuove regole stabilite a livello nazionale valgono ovviamente anche da noi, con la chiusura delle discoteche e la mascherina obbligatoria anche all’aperto dalle 18 alle 6 del mattino”.
Si tratta di accorgimenti necessari per contrastare la diffusione del virus – che viaggia con le persone – anche se i numeri che emergono dai tamponi che l’Azienda sanitaria continua ad effettuare confermano una bassa endemia. Il Trentino – è stato ricordato dal presidente – si mantiene al primo posto in Italia per tamponi effettuati in rapporto al numero di abitanti (32 per cento) davanti a Veneto e Alto Adige. Niente balli dunque, ma consumare e ascoltare musica sarà possibile, nel rispetto delle distanze e degli altri accorgimenti previsti dai protocolli.
Sul territorio ad oggi sono presenti 59 positivi, ma l’Amministrazione non intende abbassare la guardia, specialmente in un periodo delicato come quello attuale, in cui sono molti i giovani e meno giovani che hanno scelto le località di mare o alcuni Paesi stranieri per trascorrere le vacanze. Le persone rientrate da Spagna, Malta, Croazia e Grecia sono circa 1.400 e tutte vengono sottoposte al test del tampone: l’obiettivo – ha specificato il presidente – è di garantire una situazione di tranquillità, che oggi è oggettiva, anche a garanzia del sistema turistico. Sono infatti numerosi gli ospiti di nazionalità italiana che hanno scelto il territorio provinciale per trascorrere un periodo di vacanza, ritenendolo non solo accogliente, ma sicuro.
Se entro i nostri confini la situazione è stata definita sotto controllo, a preoccupare le autorità sanitarie sono i rientri dei vacanzieri: si stima possano essere circa tremila e a loro vanno le raccomandazioni di seguire le procedure di profilassi per evitare che qualche caso positivo possa dilagare attraverso le relazioni in famiglia, a scuola o sul posto di lavoro.
Massima attenzione quindi ad eventuali focolai e alle fasce più deboli, gli anziani in primo luogo. Tutto questo in attesa della vera prova cruciale, il rientro a scuola per il quale si stanno mettendo a punto gli specifici scenari che si potrebbero presentare a settembre.