Non si apre il paracadute, base jumper muore lanciandosi dal Brento con la tracksuit
Claudio Signorini, milanese di residenza ma originario di Siena, base jumper esperto di 64 anni, è morto la mattina di sabato 25 luglio dopo un lancio dal Monte Brento alle 10, la “mecca” dei base jumper europei. Indossava una “tracksuit”, una sorta di tuta che si gonfia parzialmente d’aria, che permette di allontanarsi dalla parete abbastanza per non incorrere in incidenti sbattendo contro la parete quando, invece, può accadere se si salta con pantaloni e t-shirt. “Si è trattato di un “no pull – ci ha detto Maurizio Di Palma, il guru dei salti di base jump dal Brento che qui vive e del Base Jump ci ha fatto la sua professione – perché non è riuscito ad azionare il nottolino di comando per aprire il paracadute. Il quale è uscito dalla sacca nel momento in cui ha impattato col suolo. Non so ipotizzare se sia accaduto per un malore mentre era in aria, oppure abbia perso il controllo durante la caduta perché aveva perso l’assetto di volo e ha iniziato magari a roteare in aria. Queste, penso, siano le due ipotesi che hanno portato purtroppo al fatality”. Il “fatality” com’è facilmente intuibile è l’incidente mortale che ha visto l’ennesima vittima di una passione sportiva che non è nemmeno una disciplina riconosciuta ma una passione che solo chi salta con un paracadute, sia da un aereo o un elicottero e poi passi ai salti di Base può capire. Claudio solamente una settimana fa scriveva sul suo profilo Facebook: “ È l’alba, il sole non riesce ancora a farsi strada tra la coltre di nubi e nebbia che copre la cengia fino a valle, 16 base jumper sul posto dalle 5,30 aspettano da oltre mezz’ora le condizioni per poter saltare….quando ad un tratto alcuni pallidi raggi di sole ad est tagliano il tappeto grigio di nubi creando una specie di corridoio, ed è in quel momento che senza preavviso si odono scanditi nell’aria rarefatta questi tre numeri: 3 5 7 e il primo dei jumper vola nell’aria seguito da tutti gli altri…” La foto del suo profilo è, ovviamente un paracadute aperto in aria ripreso da lui mentre, probabilmente, appena aperto il suo si vede le gambe che volano in alto per lo shock d’apertura, la sua frase che accompagna l’immagine (in inglese) “Ci sono alcuni che non temono la morte perché hanno più paura di non vivere davvero”. Una frase che riassume tutto quanto un base jumper, un paracadutista ama e pratica. Una disciplina che non consente errori o altro, in gioco la tua vita. Claudio Signorini dopo diversi giorni al Brento ha concluso la sua nel modo in cui sperava certamente non si concludesse. Sul posto per il recupero del corpo i Vigili del Fuoco di Dro, una pattuglia dei Carabinieri della vicina stazione e l’elicottero del Nucleo dei Vigili del Fuoco di Trento con i sanitari a bordo rimasti, purtroppo inoperosi davanti al decesso istantaneo del Signorini a causa dell’impatto col suolo.