Coronavirus: “Chiedo libertà di spostamento per curare gli olivi”

Claudio Chiarani19/04/20203min
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Rivano, già vicesindaco di Arco e anche assessore all’agricoltura, Sergio Prandi da quando è in pensione ama curare gli olivi del suo appezzamento di terra in quel di Romarzollo, nell’Olivaia di Arco. In questo periodo le piante hanno la necessità di essere curate e preparate alla sbocciatura del prezioso frutto. Dopo la mancanza totale di raccolto della scorsa stagione, un’operazione che diventa essenziale. Lo chiede per lui che non risiede ad Arco, ma anche a nome di altri proprietari che risiedono fuori del Comune dove possiedono la coltivazione. Una richiesta indirizzata al governatore della provincia di Trento Maurizio Fugatti e ai sindaci dell’Alto Garda, motivata dal fatto che andando a curare gli olivi non si pregiudica la salute di nessuno. Convinto che le misure adottate da un mese e mezzo per il contenimento dell’emergenza sanitaria in atto siano giuste, Prandi “rivendica”, tuttavia, una serie di problemi legati alla cura e mantenimento delle preziose piante. La prevenzione alla mosca olearia, ad esempio, è probabilmente il problema più importante cui prestare attenzione, lo dice anche l’istituto San Michele che assieme agli altri interventi di cui l’olivo abbisogna come i vari trattamenti e la pulizia della sotto chioma, in aggiunta alla necessaria concimazione vada fatta entro fine aprile, massimo primi di maggio. Considerando che la raccolta 2019 è stata un disastro in tutta la zona a causa delle condizioni climatiche avverse che tutti gli olivi della nostra zona hanno patito. Il problema è particolarmente sentito da chi non è agricoltore professionista, e dunque non può muoversi e lavorare in questo senso, ponendo il quesito alla Provincia su come ci si può attivare in questa direzione. Anche Coldiretti sta affrontando la situazione, ma se per loro non c’è problema in quanto i soci possono lavorare tranquillamente i campi, “aprire” a tutti non è loro convinzione si possa fare ora. Meglio tra due settimane, ossia quando (si spera) ci sarà l’autorizzazione a farlo. Sempre che l’emergenza non obblighi ad ulteriori stop.

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