Coronavirus: 38 casi in Trentino. Potenziato l’ospedale di Rovereto per la rianimazione

Redazione09/03/20203min
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Sono 38 in tutto – numeri riferiti a lunedì 9 marzo – i casi di persone risultate positive al test sul Coronavirus in Trentino. Sono i dati forniti dall’esecutivo provinciale nell’incontro in cui è stata anche annunciata la presentazione di un Disegno di Legge a sostegno delle famiglie, dei lavoratori e dei settori economici. Inoltre, come già comunicato, nella riunione della Giunta provinciale di questa mattina si è decisa anche la chiusura, dalla sera di martedì 10 marzo, degli impianti di risalita, per prevenire l’eccesiva concentrazione delle persone.
“Se arriveranno richieste di aiuto da altre Regioni – ha sottolineato il presidente – le valuteremo con spirito di solidarietà. Questa settimana si discuterà ancora con il Governo e le altre Regioni del tema della proroga della chiusura delle scuole. L’invito che mi sento di rivolgere ancora alla popolazione è quello di tutelare in particolare i più fragili, come gli anziani. Voglio anche dare la notizia che le prime persone in Trentino positive al contagio, che erano tornate nella loro città, sono guarite”.
Su 38 contagiati in Trentino, ha spiegato l’assessore alla salute, 13 persone sono ricoverate presso il reparto infettivi dell’ospedale di Trento, 3 si trovano in rianimazione a Rovereto e gli altri 22 sono presso il loro domicilio.
Il direttore generale di Apss Paolo Bordon ha evidenziato che l’ospedale di Rovereto è stato individuato per gestire i casi più complessi. Sono stati quindi potenziati i posti per la rianimazione dedicandone otto a queste attività. Si è messa in atto, ha spiegato, un’operazione di riconversione dei letti di medicina, per creare, per le malattie infettive, 12 posti che si aggiungono ai 14 di Trento. Per questo si collabora con le cliniche Solatrix di Rovereto e Villa Regina di Arco dove saranno trasferiti i pazienti che lasceranno liberi i posti alle malattie infettive a Trento e Rovereto (e quindi nelle strutture private non vanno i malati di Covid-19).
Antonio Ferro, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Apss, ha evidenziato che ci si trova di fronte ad un cambiamento della situazione epidemiologica. I casi, ha detto, sono ancora pochi, ma la situazione sta evolvendo. L’età media dei soggetti positivi, ha aggiunto, è più bassa di quella delle regioni limitrofe; per il momento è limitato il numero di persone in rianimazione e si lavora per mettere in salvaguardia i più fragili, come gli anziani. Altro tema su cui ci si sta impegnando, ha detto, è quello dell’impatto sull’ambito produttivo.

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