Coronavirus: un frate contagia i trentini durante il pellegrinaggio ad Assisi. Chiuse cinque scuole a Trento e Rovereto

Redazione03/03/20203min
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Alle 17.15 di martedì 3 marzo i casi di infezione da Covid-19 in Trentino sono 4: lo ha confermato il presidente della Provincia autonoma di trento nel corso della sua relazione pomeridiana in Consiglio provinciale. Ma da dove ha origine il contagio? Dal 21 al 23 di febbraio si è svolto un pellegrinaggio in pullman ad Assisi a cui hanno partecipato 42 trentini, più l’autista. È stato durante il pellegrinaggio, secondo l’Apss, che si è verificato il contagio. L’origine è stata ricondotta ad un “paziente zero” nella persona di un frate, che nelle settimane precedenti il pellegrinaggio aveva viaggiato ripetutamente nel Nord Italia. Di conseguenza si pensa che il contagio iniziale si sia verificato fuori dal Trentino. Questa persona ha poi contagiato le altre tre.
L’Azienda sanitaria sta cercando di contattare tutte e 42 le persone che hanno partecipato al pellegrinaggio ad Assisi. Finora non sono emersi altri casi di contagio. Di conseguenza, il caso sembrerebbe essere stato circoscritto. Naturalmente le persone contagiate hanno avuto contatti con familiari e/o nipoti. In particolare, gli istituti scolastici interessati da scolari che hanno avuto contatti con queste persone sono cinque: Galilei di Trento, Marconi di Rovereto, Sacra Famiglia di Trento, istituto Salesiano Maria Ausiliatrice di Trento, Istituto De Gaspari di Trento.
Il presidente della Provincia, consultatosi anche con il suo omologo di Bolzano, in via precauzionale ha deciso di sospendere le lezioni nei soli 5 istituti interessati, fino a domenica 8 marzo. Qualora dai controlli sulle persone che hanno partecipato al pellegrinaggio dovessero emergere altri contatti, si valuterà se altri istituti scolastici possano essere stati indirettamente coinvolti.
“La scuola è un simbolo, e mi ha fatto molto piacere vedere che ieri il 95% degli scolari e studenti si è recato a scuola – ha detto il governatore – . Abbiamo tenuto finora un atteggiamento responsabile e vogliamo continuare a farlo, consapevoli che la situazione attualmente è stata circoscritta, ma che se nascessero nuovi focolai di contagio potremmo essere costretti a cambiare le nostre decisioni. In tutto la decisione che abbiamo preso interessa circa 3.500 studenti su 70.000. È una misura precauzionale, perché al momento la possibilità che vi sia un reale pericolo di contagio rimane assolutamente minimale. L’evidenza scientifica ad oggi ci conferma che la gran parte dei soggetti a rischio sono anziani, ultrasettantacinquenni. La nostra attenzione, anche nei prossimi giorni, dovrà essere rivolta a quella parte della popolazione. Sono in contatto con i sindaci di Trento e Rovereto e con il commissario del Governo, con cui mi consulterò anche nei prossimi giorni per aggiornamenti sulla situazione”.

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