Condanna “Argentina” ad Arco: interrogazione in Provincia sulla dirigente Simoncelli
Il giudice del Tribunale di Rovereto, Carlo Ancona, ha recentemente depositato le motivazioni della sentenza di primo grado del caso giudiziario-urbanistico dell’area “ex Argentina” nel Comune di Arco, pubblicate poi da alcuni quotidiani locali.
La sentenza del 31 maggio scorso ha condannato per “lottizzazione abusiva aggravata” gli imputati, tra i quali la dirigente dell’area tecnica del Comune di Arco, l’arch. Bianca Maria Simoncelli, a un mese di arresto, 31 mila euro di ammenda e il risarcimento in solido alla parte civile di 50 mila euro con una provvisionale di 30 mila euro.
Il consigliere provinciale Filippo Degasperi, con l’aiuto dei consiglieri comunali di Arco Giovanni Rullo e Lorenza Colò, ha presentato oggi un’interrogazione al presidente del Consiglio, dove chiede quale posizione abbia espresso la Provincia, in particolare l’assessore competente, riguardo a tale sentenza e condanna del suddetto dirigente del Comune di Arco, considerato il rapporto in essere tra il proprio assessorato e l’area tecnica del Comune di Arco. Il consigliere chiede inoltre se il dirigente condannato dell’area tecnica del Comune di Arco possa ancora svolgere serenamente il suo lavoro nella stessa posizione in cui ha commesso il reato e, dopo tali fatti, sia ancora integro il legame di fiducia con la Pubblica Amministrazione, in questo caso in primis con il Comune di Arco, ma anche con la Provincia in virtù dei necessari rapporti di scambio e collaborazione istituzionale tra i due enti pubblici.
Nelle motivazioni della sentenza, riguardo la dirigente comunale arch. Bianca Maria Simoncelli, il giudice, come riportato dalla stampa, parla “non di dolo ma di indiscutibile colpa che non trova alcuna scusante in positivi riferimenti in atti precedenti. In sede di concessione l’imputata era edotta del contenuto delle planimetrie in esecuzione della richiesta del consiglio comunale e quindi era in grado agevolmente della dimensione, della volumetria e soprattutto della qualità dei volumi esterni dei garage dell’edificio A. Tuttavia diede atto della conformità al Prg anche se insieme computò in 19.026 metri cubi il volume da prendere in considerazione ai fini della determinazione delle opere di urbanizzazione”.