Monte Brione e circonvallazione di Torbole, prima di tutto la sicurezza
Dopo la terza frana dal Monte Brione, anche se per la seconda e la terza è più opportuno parlare di piccole “scariche” di sassi fuorusciti dalle reti di protezione e che hanno determinato la chiusura della statale 240, è l’ora della messa in sicurezza. Ossia di pensare ad una circonvallazione che aggiri la montagna della Busa affinchè si possa garantire il transito, sia pedonale sia veicolare in tutta sicurezza. È vero, d’altronde, che il primo evento franoso, quello che ha causato il distacco di un centinaio di metri cubi di materiale e che ha causato i disagi più consistenti non ha provocato feriti, però se questo è stato evitato grazie alla galleria paramassi artificiali costruita negli anni ’80, ora i distacchi sul resto del versante iniziano a preoccupare davvero. Infatti la Provincia nelle prossime settimane sarà attiva con monitoraggi e verifiche della stabilità geologica delle pareti del Brione che guardano ad est, ossia quelle a picco sulla strada. Alessio Zanoni, assessore rivano ai Lavori Pubblici lo ha confermato: “Nel breve periodo potranno esserci disagi sul fronte della circolazione, ma nel lungo periodo dovremo garantire stabilità e sicurezza della litoranea di competenza, lo ricordo, provinciale. Per questo la circonvallazione di Torbole è un’opera che sposterà il traffico privato esternamente alla statale 240 per la quale è previsto un utilizzo futuro dedicato al trasporto pubblico su di una corsia, ciclabile sull’altra e l’attuale ciclabile che sarà utilizzata solamente per andarci a piedi.” Un pensiero ed un invito alla Giunta del presidente Fugatti di porre le basi di un prossimo ragionamento attuativo in merito, appunto, sulla nuova circonvallazione di Torbole.