Riaffiorano i vecchi ricordi di Arco sul sito del Comune
L’Archivio storico del Comune di Arco ha creato sul sito web www.comune.arco.tn.it, su iniziativa della responsabile Marialisa Avi, la pagina «Vecchi ricordi», in cui vengono pubblicati resoconti e immagini di fatti curiosi o particolari accaduti in passato in città. Un modo per far conoscere la storia locale e i piccoli-grandi «tesori» custoditi all’Archivio storico.
L’archivio storico comunale, i cui documenti sono consultabili dal pubblico sia per fini amministrativi, sia per motivi di studio e ricerca storica, è costituito da vari fondi archivistici con documentazione risalente fino al 1201, che si incrementa annualmente col nuovo materiale che raggiunge la fase storica (cioè gli affari evasi da oltre quarant’anni). La pagina «Vecchi ricordi» (nella sezione «Archivio storico», raggiungibile cliccando «Aree tematiche» nella home page) propone per ora otto articoli.
Le notizie storiche sono di grande interesse e curiosità: in «Evoluzione dei banchi di scuola» sono illustrate, ad esempio, le caratteristiche degli arredi scolastici del passato, ad esempio dei quaranta banchi che i falegnami Antonio Segalla da Vigne e Luigi Gregori da Chiarano realizzarono tra il settembre e l’ottobre del 1897 (di cui sono pubblicati anche i disegni), con contratto firmato per il Comune dal podestà Antonio Althamer.
Altro articolo quello su «Le pagelle del 1800» propone una pagella del 1843, conservata in Archivio storico, dalla quale si apprende, tra l’altro, che tra le materie insegnate ce n’erano alcune oggi scomparse (come «lavori femminili») e altre che avevano denominazioni del tutto diverse (come «istruzione religiosa», all’epoca obbligatoria). Per la cronaca, Margherita (la giovane titolare della pagella) era molto brava in calligrafia ma doveva migliorare ortografia e grammatica, e nel complesso l’esito del suo anno scolastico fu ritenuto insoddisfacente, e Margherita fu bocciata. «La decenza del vestito» rivela, grazie a una nota del Comune di Oltresarca datata 2 giugno 1925, che gli impiegati comunali erano tenuti a non trattare con «coloro che non si presentano decentemente vestiti».