“IL TRENO PER IL GARDA TRENTINO VA “PRESO”

Claudio Chiarani12/11/20183min
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Torna ad animarsi il dibattito sulla ferrovia che potrebbe essere la vera e unica valida alternativa al tanto contestato collegamento Rovereto – Riva che, ora, sta prendendo forma con lo scavo noto Loppio (o, meglio S. Giovanni – Cretaccio) – Busa. Canna singola o doppia a parte, nei giorni scorsi si è costituito un gruppo di lavoro che nelle sue intenzioni vuole portare nel Piano stralcio della mobilità questa “variante”, peraltro già ampiamente sostenuta dai singoli. Ezio Viglietti, ingegnere ferroviario, e Angioletta Maino, entrambi consiglieri in Comunità di Valle, Enrico Ressegotti, Ilario Cavagna, Pietro Zanotti, Giovanni Mazzocchi e Lorenzo Leoni propongono tre diverse soluzioni sulla tratta Monaco di Baviera – Riva del Garda. Le tre ipotesi saranno presentate ufficialmente il 20 novembre, ma intanto ne hanno anticipato i contenuti. Cavagna, già consigliere comunale ad Ala, ipotizza l’utilizzo della Galleria Adige – Garda nella quale, posato un binario, potrebbe passare il treno. La tratta partirebbe dalla zona del centro commerciale Millennium di Mori fino a Torbole. In caso di piene dell’Adige (come recentemente) bisognerebbe scavare un nuovo canale di scolmatura. Ezio Viglietti, invece, propone l’utilizzo della statale della Maza per farla diventare traccia ferroviaria, bloccando gli attuali lavori della San Giovanni – Cretaccio e collegare direttamente la zona del Linfano con quella Soardi a Loppio lungo la retta attuale. Pagando la penale alla ditta che ha vinto l’appalto attuale in ragione del 10% dell’importo complessivo dei lavori. Un “costo” sacrificabile secondo Viglietti, il quale afferma che una galleria a doppio senso di marcia per le vetture e una rotaia per il treno (in altra galleria affiancata logicamente alla prima) sarebbe l’ideale. Il tutto con la realizzazione della rotatoria a Torbole, l’aumento della tratta di piste ciclabili (in particolare da Torbole a Navene). In ultima analisi gli altri membri del gruppo di lavoro propongono l’utilizzo di mezzi elettrici gommati, chiamabili dalle utenze su richiesta specifica anche in zone lontane dai punti di partenza e arrivo di grandi flussi. Una soluzione, questa, che andrebbe particolarmente bene per la zona della valle di Ledro, liberando dal traffico Tremalzo e la zona del rifugio Pernici.