VALLO TOMO AL LINFANO, MELLARINI REPLICA ALLE “ACCUSE” DI BETTA

Analisi, verifiche, perplessità. Il vallo tomo che dovrebbe proteggere da frane e distaccamenti di massi dal vicino Monte Brione nel comune di Arco, quello che guarda alle campagne del Linfano dove sono ubicate le abitazioni che sono state danneggiate o sfiorate dall’ultimo distaccamento di quattro d’anni fa, subirà dei ritardi. La Provincia, infatti, con una lettera giunta in Comune ad Arco ha sollevato alcune questioni che andranno approfondite. Lo stop è stato imposto dal Servizio Prevenzione Rischi della Provincia di Trento, Dipartimento Protezione Civile che dipende dall’assessore Tiziano Mellarini, con una lettera nella quale si adducono motivazioni di approfondimento necessarie sull’utilizzo del materiale di risulta in quanto nessun campionamento è stato fatto. Una scelta rischiosa affermano i tecnici della Provincia, dunque sono necessari ulteriori approfondimenti. Il che si traduce in allungamento dei tempi di realizzazione. Una “pessima” notizia per il sindaco Alessandro Betta, altrettanto per il vicesindaco Stefano Bresciani visto e considerato che la realizzazione dell’opera di contenimento viene portata avanti da un Tavolo di lavoro tra Amministrazione e Provincia. Per dare l’idea su quanto è stato verificato nella zona interessata, è persino stato fatto uno studio per l’impatto dell’opera sui nidi degli uccelli.
La risposta dell’assessore provinciale Tiziano Mellarini alle “accuse” di Betta, il sindaco di Arco, che ha duramente contestato lo slittamento della data d’inizio lavori per il vallo tomo al Linfano “causato” dalla richiesta in Provincia di ulteriori approfondimenti sulla natura dei materiali che si andrebbero ad asportare non si è fatta attendere. L’assessorato dice che in Comune ad Arco non sono state fatte bene le cose come richiesto, dunque le prese di posizione del sindaco di Arco sono del tutto ingiustificate. Si tratta di un progetto condiviso e proprio per questo deve essere rispettoso della normativa provinciale. Niente a che vedere con i comitati ambientalisti, solo osservazioni mirate alla risoluzione di aspetti tecnici che, se non rispettosi delle norme, porterebbero all’impugnazione del Bando di gara e della successiva assegnazione. Le analisi degli 80.000 metri cubi di materiale che andranno asportati devono essere fatte per poter essere smaltite secondo la normativa ambientale. Dunque vanno analizzate per decidere se sottoprodotto o rifiuto.