Accessibilità e disabilità, Augusto Tamburini scrive alla Giunta di Arco

È un intervento duro, articolato e carico di significato civile quello che il professor Augusto Tamburini ha pubblicato sui canali social dell’amministrazione comunale di Arco, indirizzandolo direttamente alla Giunta e, in primo luogo, alla sindaca Arianna Fiorio. Una lettera che non si limita a contestare una singola scelta politica, ma richiama l’intera amministrazione a una responsabilità più profonda sul tema dell’accessibilità e dei diritti delle persone con disabilità.
Tamburini, da anni impegnato in battaglie civiche legate all’inclusione e alla dignità delle persone più fragili, prende spunto da una questione concreta: la difficoltà, ancora oggi, per una persona in carrozzina di raggiungere l’ospedale di Arco utilizzando i mezzi pubblici, a causa dell’assenza di una fermata realmente accessibile che consenta una discesa sicura e dignitosa dal bus.
La mozione e una scelta che pesa
Nel mirino della lettera c’è l’esito della discussione in Consiglio comunale sulla mozione che chiedeva l’adeguamento delle fermate dei bus sul territorio comunale, per renderle accessibili alle persone con disabilità, agli anziani e alle famiglie con passeggini. Una proposta che, ricorda Tamburini, risponde a esigenze previste dalle leggi della Repubblica e dal più elementare buon senso.
La decisione della maggioranza di astenersi al momento del voto viene definita dall’autore come una scelta “kafkiana”, una sorta di lavarsene le mani che ha avuto come unico risultato quello di rimandare ancora una volta una risposta a un bisogno reale. Un rinvio che, nelle sue parole, pesa soprattutto su chi già vive quotidianamente maggiori difficoltà.
Una critica che va oltre l’episodio
Il testo, però, si allarga presto a una riflessione più ampia sul clima politico cittadino. Tamburini descrive un contesto segnato da acrimonie sotterranee e da un dialogo sempre più impoverito, dove il richiamo al “bene comune” rischia di restare uno slogan vuoto. In questo scenario, a farne le spese sarebbero soprattutto le categorie più deboli, prive di voce e di strumenti per farsi ascoltare.
La disabilità, sottolinea con forza, non appartiene a una parte politica: è una condizione trasversale che riguarda famiglie, storie personali e comunità intere. Proprio per questo dovrebbe rappresentare un terreno di convergenza, non di scontro o di rinvio.
Un appello diretto alla giunta
Rivolgendosi direttamente alla giunta comunale e alla sindaca, Tamburini richiama il ruolo delle istituzioni locali come intermediari tra i bisogni dei cittadini e le scelte amministrative. In una città come Arco, dove le dimensioni ridotte favoriscono la conoscenza diretta e il confronto, questo ruolo – sostiene – non può venire meno.
L’appello finale è a un cambiamento di passo: meno rinvii, meno contrapposizioni sterili e più coraggio nell’affrontare problemi concreti e urgenti. Serve, scrive in sostanza Tamburini, un rinnovamento della politica locale che rimetta al centro la dignità delle persone e la qualità della vita, a partire da chi è rimasto troppo a lungo “in coda” nella società.
(n.f.)










