La skipper del Circolo Vela Arco Cecilia Zorzi attraversa l’oceano: è tra le migliori al mondo

Una traversata lunga quasi sedici giorni, oltre 2600 miglia di Atlantico e un traguardo storico per la vela trentina e per il Circolo Vela Arco. La skipper Cecilia Zorzi, 33 anni, trentina e socia del circolo arcense, ha concluso la Mini Transat 2023 conquistando un prestigioso undicesimo posto, risultando la terza donna italiana di sempre a completare la regata transatlantica in solitaria.
Un risultato che acquista un valore ancora maggiore se si considera la complessità di questa competizione nata nel 1977 e rimasta fedele al suo spirito originario: niente computer, niente telefoni – satellitari e non – e nessun GPS cartografico. Gli skipper devono attraversare l’oceano su barche di appena 6 metri e 50 contando solo sulla propria capacità di leggere vento, nuvole e mare. Una delle sfide oceaniche più dure, dove la resistenza fisica e mentale vale tanto quanto la velocità.
Per Zorzi, che portava in oceano anche i colori del Circolo Vela Arco, la Mini Transat è stata soprattutto una prova di determinazione. La sua partecipazione si era infatti complicata già nella prima tappa, partita da Les Sables d’Olonne il 21 settembre con una flotta di 90 skipper. Dopo un’ottima partenza nel gruppo di testa, la trentina era stata rallentata da una collisione notturna con un oggetto non identificato che aveva danneggiato gravemente timone sinistro e prua. A complicare ulteriormente la situazione l’arrivo dell’uragano Gabrielle aveva poi costretto gli organizzatori ad annullare la tappa mentre i concorrenti cercavano riparo lungo le coste del Portogallo.
«Ero davvero demoralizzata – racconta Zorzi –. Dopo una preparazione complicata, ritrovarmi a La Palma a gestire un’altra riparazione non era ciò che speravo. Ma col senno di poi credo che quell’ostacolo mi abbia dato la spinta giusta per affrontare la traversata con un’energia nuova, riportandomi al motivo per cui ero lì». Alle Canarie, dove la flotta era stata indirizzata in vista della seconda e unica tappa valida, Zorzi ha potuto sostituire il timone e sistemare lo scafo, presentandosi al via del 25 ottobre con grande determinazione.
La partenza della seconda tappa ha confermato le sue qualità: nei primi giorni la skipper trentina ha lottato stabilmente nella top 5, nonostante venti deboli e irregolari. Una volta lasciato l’arcipelago canario, la rotta verso gli Alisei ha portato la regata nel suo cuore più impegnativo. Le condizioni, però, si sono rivelate insolite: per trovare vento stabile, la flotta è stata costretta a scendere molto a sud, oltre il quindicesimo parallelo.
«Non era facile decidere quanto spingersi verso sud – spiega – perché non avevamo modo di conoscere la posizione degli altri concorrenti. L’umidità e il caldo degli ultimi giorni sono stati durissimi: avevo piaghe e irritazioni ovunque, ma all’arrivo tutto si dimentica. Non capita spesso di arrivare ai Caraibi dopo aver attraversato l’oceano da sola».
Zorzi ha tagliato il traguardo in Guadalupa dopo 15 giorni e 20 ore, subito dietro alla prima donna classificata, la svizzera Alicia De Pfyffer. Con questo risultato entra nella storia della vela italiana, dopo Daniela Klein (2009) e Susanne Beyer (2011), e rafforza il suo progetto “Cecilia in Oceano”, volto a promuovere una vela più inclusiva e paritaria.
Per il Circolo Vela Arco la sua impresa è un orgoglio: un altro talento nato sul Garda che dimostra come la passione del territorio possa arrivare fino all’Atlantico.












