Olio del Garda, meno quantità ma grande qualità: Agraria accende il frantoio

È già tempo di raccolta tra gli olivi dell’Alto Garda. Con il profumo delle prime drupe mature nell’aria e i filari che tornano ad animarsi di ceste e reti, l’Agraria di Riva del Garda annuncia l’apertura del suo frantoio per giovedì 10 ottobre. È già possibile prenotare il proprio momento, quello più atteso dell’anno: la trasformazione del frutto dell’impegno e della pazienza dei produttori nel prezioso olio extravergine del Garda Trentino.
Una stagione meno generosa, ma di qualità eccellente
La campagna olearia 2025 si presenta con una produzione più contenuta, come previsto dalla naturale alternanza che regola il ciclo degli olivi. Dopo un’annata abbondante, quest’anno gli alberi hanno dato meno frutti, richiedendo cure costanti e grande attenzione da parte dei coltivatori.
Nonostante ciò, il quadro generale è positivo: il clima ha giocato a favore. Il caldo è arrivato al momento giusto, le piogge sono state regolari e ben distribuite, e gli oliveti hanno goduto di un equilibrio che promette un olio di ottima qualità, profumato e armonico.
La siccità, un problema previsto e gestito
Uno dei meriti dei produttori locali è quello di aver saputo anticipare le sfide del clima. Da oltre dieci anni, negli oliveti del Garda è ormai diffusa l’irrigazione a goccia, che consente interventi mirati e sostenibili anche nei periodi più secchi.
La siccità, quindi, non spaventa più come un tempo per la coltura dell’olivo, anche se resta un tema preoccupante per altre produzioni agricole, soprattutto nella zona di Arco, dove la mancanza d’acqua può ancora compromettere gravemente i raccolti.
Un patrimonio paesaggistico da proteggere
Mentre la stagione scorre tra speranze e attese, tra gli olivicoltori cresce una preoccupazione più profonda: il futuro del settore. L’olio del Garda non è soltanto un prodotto agricolo — è parte integrante del paesaggio e dell’identità del territorio.
Le colline argentate di olivi disegnano da secoli la fisionomia dell’Alto Garda, rendendolo riconoscibile e unico. Ma mantenere questo patrimonio richiede lavoro, costanza e risorse.
Molti produttori lo sanno bene: coltivare olivi oggi è spesso una passione più che un mestiere, un’attività secondaria che resiste grazie all’amore per la terra. “Il rischio – ammettono – è che se la fatica supera il piacere, molti rinuncino”. E questo significherebbe perdere non solo un’eccellenza agricola, ma anche un pezzo di paesaggio e di cultura.
Verso un confronto per il futuro
Per questo motivo, si guarda con attenzione al tavolo di confronto previsto per i primi di ottobre, dove istituzioni, produttori e associazioni discuteranno di possibili interventi di sostegno al comparto.
Servono politiche mirate per valorizzare l’olivicoltura gardesana, riconoscendone il ruolo ambientale, sociale e turistico oltre che produttivo.
Nel frattempo, il profumo delle prime moliture è già nell’aria: il frantoio dell’Agraria di Riva del Garda è pronto a riaccendere le macine. E ancora una volta, dalle colline che guardano il lago, arriverà un olio che racconta il Garda e la sua gente, più prezioso che mai, anche quando la quantità non è abbondante. (n.f.)










