Rifiuti e termovalorizzatore, la Lega di Riva: “Non c’è più tempo da perdere, l’impianto va fatto”

Il dibattito sull’inceneritore torna a infiammare la politica trentina. A prendere posizione, questa volta, è il gruppo consiliare della Lega di Riva del Garda, che in una nota ribadisce l’urgenza di procedere senza tentennamenti verso la realizzazione del nuovo impianto di termovalorizzazione previsto dall’accordo sottoscritto tra Comuni e Provincia autonoma di Trento nel dicembre 2024.
La polemica politica
Secondo i leghisti, il dibattito riaperto nelle ultime settimane avrebbe un carattere “più ideologico che tecnico” e risponderebbe all’esigenza di tenere unite le diverse anime della maggioranza di governo cittadina, in particolare quella ambientalista. Un’area politica accusata dalla Lega di dire sempre “no assoluto” a progetti come l’inceneritore, salvo restare in silenzio davanti ad altri interventi urbanistici giudicati impattanti, come l’ampliamento della torre scenica o la nuova volumetria dell’ex Omkafè.
L’eredità della giunta precedente
La Lega rivendica la scelta assunta dalla precedente amministrazione comunale di centrodestra, che aveva dato il via libera al progetto:
“Con senso di responsabilità – scrive il gruppo – abbiamo difeso e promosso la realizzazione dell’impianto che renderà il nostro territorio autonomo nella gestione del ciclo dei rifiuti.”
Il Consiglio comunale di Riva del Garda aveva infatti approvato a fine 2024 l’intesa con la Provincia e con l’EGATO, il consorzio incaricato di gestire raccolta e smaltimento. La tabella di marcia prevede che entro il 2025 venga individuato il Comune che ospiterà l’impianto.
Differenziata, limiti e costi
La Lega sottolinea come la raccolta differenziata, pur potendo migliorare, non potrà mai eliminare del tutto la quota di rifiuti indifferenziabili. Inoltre, l’impianto di Bolzano non sarebbe in grado di smaltire l’intera produzione trentina. Per questo motivo, secondo il Carroccio, non è sostenibile continuare a esportare tonnellate di rifiuti verso Bergamo, Brescia o lo stesso capoluogo altoatesino:
“Così facendo – affermano – le tariffe continueranno a crescere, pesando sempre di più sulle famiglie trentine.”
La critica al “porta a porta”
Il gruppo ricorda anche come, in passato, la Lega avesse espresso perplessità sul sistema di raccolta “porta a porta”, giudicato inefficiente in termini di gestione, pulizia e ordine. Una scelta, quella allora confermata dall’amministrazione, che secondo i leghisti si è rivelata problematica.
“Serve coraggio amministrativo”
Il comunicato si chiude con un invito a non tornare indietro su decisioni già assunte e ritenute strategiche per il futuro del territorio:
“Rimettere in discussione una scelta già sottoscritta è irresponsabile oltre che dannoso. Servono amministratori coraggiosi e seri, capaci di pensare a soluzioni concrete per i cittadini, non a sedare frange ideologiche.”
Un tema destinato a restare centrale
Il nodo dell’inceneritore resta dunque tra i più divisivi per la politica trentina. Con la scadenza del 2025 per l’individuazione del sito e i tempi tecnici di costruzione da considerare, la questione appare destinata a rimanere al centro del confronto pubblico e istituzionale nei prossimi mesi. (n.f.)