Arco: nasce il Patto di comunità, ma manca un punto cruciale

L’amministrazione comunale di Arco ha deciso di aderire al Patto digitale di comunità, un’alleanza educativa che coinvolge famiglie, educatori ed enti locali per promuovere un uso consapevole e sostenibile della tecnologia.
Il progetto, nato dal confronto tra genitori e sviluppato insieme al Centro di ricerca sul benessere digitale dell’Università di Milano-Bicocca, all’associazione Mec, a Sloworking e ad Aiart Milano, è già attivo in diverse realtà ed è consultabile sul sito www.pattidigitali.it.
«Non vogliamo demonizzare la tecnologia – ha spiegato l’assessore Mattia Mascher – ma proporre regole comuni per un utilizzo più equilibrato, soprattutto degli smartphone».
Le linee guida per le famiglie:
Rimandare la consegna di uno smartphone connesso almeno alla fine delle Medie, preferendo fino a quel momento telefoni tradizionali;
Mantenere password condivise fino ai 16 anni e controllare insieme la cronologia delle attività online;
Stabilire luoghi e orari senza smartphone (a tavola, a letto, al ristorante) dando l’esempio come adulti;
Rispettare i limiti di età per app, social e videogiochi, a partire dal divieto di uso autonomo dei social prima dei 14 anni;
Sottoscrivere un accordo genitori-figli al momento della consegna dello smartphone personale, ecco un esempio: https://www.associazionemec.it/contratto-genitori-figli
E per i bambini piccoli?
Il Patto affronta il tema della consegna degli smartphone agli adolescenti, ma non tocca un aspetto cruciale: il libero utilizzo di cellulari e tablet da parte dei bambini molto piccoli, spesso concesso liberamente da genitori e nonni come passatempo. Una lacuna importante, considerando che studi scientifici evidenziano i rischi dell’esposizione precoce agli schermi per lo sviluppo cognitivo e relazionale.
Un progetto di comunità
«Negli ultimi anni l’età di accesso alle tecnologie si è abbassata molto, creando difficoltà ai genitori» ha ricordato l’assessore, sottolineando la necessità di una risposta condivisa. L’obiettivo è coinvolgere scuole, pediatri, associazioni sportive e culturali, per costruire insieme una comunità educante.
Il primo appuntamento pubblico sarà l’8 ottobre al Cantiere 26, occasione per presentare il progetto e invitare famiglie e realtà locali ad aderire.