Affare Fatica a Riva: inaugurata la panchina rossa in memoria di Alba Chiara Baroni

Redazione06/09/20254min
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C’erano anche la sorella Aurora e il piccolo Oliver, assieme alla mamma Loredana Magnoni, la mattina di venerdì 5 settembre al momento di inaugurazione della panchina rossa contro la violenza di genere realizzata in memoria di Alba Chiara Baroni.
La precedente squadra al lavoro a Riva del Garda (dal 25 al 29 agosto) nell’ambito di «Ci sto? Affare fatica!», il progetto intercomunale di cittadinanza attiva per giovani tra 14 e 19 anni gestito dall’associazione Giovani Arco, che aveva sistemato le panchine del parco dell’Òra e della spiaggia, aveva notato che non ce n’erano di rosse, quelle che ricordano le donne vittime di femminicidio e sensibilizzano contro la violenza di genere. Da qui la proposta di aggiungerne una.

 

 

Il cantiere comunale aveva messo a disposizione la panchina e la vicesindaca Barbara Angelini, per cogliere l’occasione e fare di questa iniziativa qualcosa di più, aveva invitato l’associazione Alba Chiara, che aveva risposto nelle persone dei genitori e della dott.ssa Stefania Santoni. L’incontro si era svolto giovedì 28 agosto nella chiesetta del parco Miralago, presenti anche gli Amici dell’Arte, che avevano guidato i ragazzi nella realizzazione di disegni che abbellissero la chiesetta. Alla fine tutti i presenti, un tratto a testa, avevano iniziato a dipingere la panchina, un gesto che si era rivelato emozionante e carico di significato.
Il lavoro è stato poi completato dalla squadra successiva, all’opera nella settimana dal 1° al 5 settembre, con una seconda mano di vernice, e il tutto si è concluso con l’installazione della panchina, nella parte nord del parco dell’Òra (a cura del cantiere comunale), e in un momento di incontro con la madre di Alba Chiara, oltre che di commiato e di consegna degli attestati di partecipazione, presenti la vicesindaca Barbara Angelini e per l’associazione Giovani Arco Lorena Prati.
La mamma di Alba Chiara ha ribadito come l’amore non possa essere possesso e come sia il contrario della violenza: «Amare significa lasciare spazio, riconoscere la libertà dell’altro e dell’altra, costruire ogni giorno il rispetto reciproco. Quando un amore finisce, non deve diventare gabbia o minaccia, ma occasione per imparare a lasciare andare, con dignità e responsabilità. Ai ragazzi e alle ragazze dico sempre che non devono avere paura di raccontare le proprie difficoltà, le loro ferite emotive: condividerle è il primo passo per trasformarle in forza e per imparare che la fragilità non è debolezza, ma parte essenziale dell’essere umani».
Otre a questo, nel corso della settimana ragazze e ragazzi hanno carteggiato e ritinteggiato la staccionata del parco giochi alla spiaggia dei Sabbioni e le panchine delle spiagge e del parco Miralago, e tinteggiato un muro al compendio Miralago e una delle aule della scuola Scipio Sighele.