Alluvioni e bombe d’acqua: la lezione dalla Romagna e l’appello ad Arco

Redazione21/08/20254min
20201003_DSC3514 ARCO PIENA DELLA SARCA - GARDA TORBOLE

 

Le immagini della Riviera Romagnola allagata dopo l’ennesima bomba d’acqua hanno riacceso, anche ad Arco, il dibattito su un tema che non riguarda solo i territori colpiti, ma ogni comunità: la prevenzione. Strade trasformate in fiumi, hotel invasi dall’acqua e fognature messe in ginocchio da un nubifragio, scene che ricordano da vicino quanto accaduto più volte anche nella nostra zona, lungo la Sarca o nelle valli limitrofe.
Un post comparso sui social, oggi, giovedì 21 agosto, firmato da Arco.fucinacomune, ha colto l’occasione per mettere in guardia: “In nome di certe manie ‘eco green’ – si legge – si trascurano le manutenzioni, lasciando spazio ad ecosistemi e nutrie invece che alla sicurezza dei cittadini. Mi auguro che questo modello non venga copiato anche a casa nostra. La Sarca e tutto il resto del territorio vanno mantenuti e puliti, perché i fenomeni estremi sono sempre più frequenti e dobbiamo essere pronti”.

 

 

Il ruolo dei Vigili del Fuoco e il privilegio trentino
Nel messaggio non manca un plauso a chi, in Romagna, ha lavorato senza sosta per riportare ordine. Con un confronto implicito ma eloquente: la presenza, in Trentino, del corpo dei Vigili del Fuoco volontari, considerato un vero baluardo di efficienza e rapidità negli interventi. “Se fossero stati presenti anche lì – continua il post – la situazione sarebbe stata risolta già ieri sera. Viviamo in un posto speciale, non lasciamoci trascinare da certe follie”.
Betta: “Cura del territorio, un dovere civico”
Sulle stesse frequenze si è espresso l’ex sindaco di Arco, Alessandro Betta, che ha condiviso e rafforzato la riflessione. “La manutenzione del territorio è fondamentale – scrive –. Il fiume Sarca in primis va tenuto pulito, monitorato e rispettato”. Betta ricorda il lavoro svolto nel 2020 con la rimozione del materiale ghiaioso dall’alveo del fiume, un intervento “necessario e prezioso” per la sicurezza e l’equilibrio dell’ecosistema.
Un’esperienza che, racconta, si intrecciò con una vicenda personale dolorosa: il grave incendio doloso che colpì il suo capanno in quei giorni. “Mi ero fermato – confida – ma non ho mai smesso di credere che prendersi cura del territorio sia un dovere civico, non solo un gesto individuale. Serve attenzione, rispetto e continuità. Sempre”.
Prevenzione come investimento
Il tema della manutenzione e della prevenzione ambientale torna così al centro dell’agenda pubblica. Non si tratta soltanto di un problema tecnico o amministrativo, ma di una scelta politica e culturale: destinare risorse e attenzione a opere poco visibili ma vitali, come la pulizia degli alvei, la cura delle sponde e il monitoraggio dei corsi d’acqua, può evitare tragedie e disastri dai costi ben più alti.
La lezione che arriva dalla Romagna, e che trova eco ad Arco, è chiara: di fronte a un clima che rende sempre più frequenti fenomeni estremi, l’unico vero argine è la prevenzione.

(n.f.)