Silenzio al posto dei fuochi a Riva, il Presidente dei Ristoratori: «Servono eventi alternativi»

La decisione della Giunta di Riva del Garda guidata da Alessio Zanoni di non autorizzare i fuochi d’artificio per la tradizionale “Notte di Fiaba” continua a far discutere. Dopo settimane di commenti e reazioni, arriva una presa di posizione netta da parte del mondo della ristorazione locale. A parlare è Paolo Turrini, titolare di un ristorante a Riva del Garda e vicepresidente dell’Associazione Ristoratori del Trentino per Confcommercio, che in un intervento esclusivo per la Busa online solleva con forza il tema del peso economico che questa scelta avrebbe sul comparto.
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“Senza un progetto chiaro si danneggiano le attività”
Secondo Turrini, la questione non riguarda solo la rinuncia allo spettacolo pirotecnico, ma soprattutto l’assenza di un piano alternativo credibile.
“La sintesi che ne posso trarre – spiega – è che la stessa amministrazione ammette che ci sarà un danno economico per bar e ristoranti a causa della mancanza di pubblico durante i fuochi. Ne prende atto, ma come risposta propone soltanto una prospettiva rosea nel 2026, senza un progetto concreto. È un approccio che definirei ambientalista a corrente alternata”.
Il ristoratore cita come esempio alcune iniziative recenti, come il servizio “Rivetta” o il “Bus&Go”, giudicate positivamente nelle intenzioni, ma non sempre coerenti sul piano ecologico: “Sono mezzi utili e da sostenere – osserva – ma circolano tutto il giorno e non sono elettrici. Davvero sostenibili?”.
Il nodo dello street food e dei costi collettivi
Un altro tema che Turrini porta all’attenzione è quello dello street food durante gli eventi. Se in passato era giustificato dall’arrivo di decine di migliaia di persone richiamate dallo spettacolo pirotecnico, oggi rischia – a suo avviso – di trasformarsi in concorrenza diretta per le attività locali. “Non mi sembra sostenibile – afferma – avere venti camioncini provenienti da tutta Italia che propongono cibi con materie prime non del nostro territorio. Senza contare i costi di pulizia, ad esempio quelli di Viale Roma, che poi ricadono sulla comunità”.
Sostenibilità sì, ma anche economica
Il cuore del ragionamento del vicepresidente dei ristoratori è racchiuso in un concetto: la sostenibilità non può essere intesa solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale.
“Una serata di fuochi non salva i bilanci aziendali – ammette – ma può fare la differenza nel pagare dipendenti, fornitori o tasse come l’occupazione del suolo pubblico e i rifiuti. Cancellare non solo quelli di agosto, ma anche quelli di settembre e del 31 dicembre significa un doppio colpo per chi lavora nel settore”.
Il confronto con Arco
Il paragone con Arco viene spontaneo. Come ha spiegato in anteprima a La Busa online il vicesindaco, Marco Piantoni, come portavoce ufficiale di Europa Verde Alto Garda e Ledro (EVAGL), anche sulla rupe del Castello di Arco i fuochi non saranno “sparati” il 7 dicembre, in chiusura della prima parte dei Mercatini di Natale. “Forse l’impatto economico non sarà paragonabile a quello di Riva – osserva Turrini – ma resta il fatto che lì i fuochi diventano un’aggiunta a un evento già molto attrattivo. Da noi, invece, si cancella senza pensare ad alternative adeguate”.
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“Non si tratta di piangere per i fuochi, ma di creare eventi”
Nelle parole del ristoratore c’è la volontà di chiarire che la protesta non nasce da una nostalgia fine a sé stessa. “Non vorrei passare per quello che piagnucola per i fuochi – sottolinea – ma a noi servono eventi che generino economia. Se si decide di cancellare uno spettacolo così attrattivo, è legittimo. Però bisogna sostituirlo con qualcosa di ugualmente impattante, altrimenti si sottovaluta il danno per chi lavora nel territorio”.
E conclude con una stoccata politica: “Un’amministrazione seria avrebbe potuto dire: quest’anno manteniamo i fuochi per non creare perdite economiche, ma da subito iniziamo a lavorare alle alternative per il 2026. Così invece passa il concetto che noi non contiamo nulla”.
Nicola Filippi