Ciclovia, ambientalisti contro la Provincia: “Ripensare il progetto, sì all’intermodalità”

Nicola Filippi16/12/20245min
_DSC6905 AMBIENTALISTI PROTESTA CICLOVIA DEL GARDA A RIVA (13)



 

“Fermare la costosissima e rischiosissima Ciclovia del Garda”. L’appello arriva dal Coordinamento Tutela Ambiente Alto Garda e Ledro ed è rivolto al presidente della Provincia Fugatti e ai sindaci di Riva del Garda e Ledro. Dopo aver appreso dalla stampa la notizia che la Regione Lombardia ha interrotto la costruzione in roccia della Ciclovia del Garda, fra Gardone e Limone, spostando l’attenzione sul trasporto dei ciclisti con battelli ibridi, il gruppo ambientalista ha preso carta e penna per stendere un puntuale documento di critica alle scelte trentine in tema di viabilità alternativa. “Dal 2017, dicono dal Coordinamento, abbiamo lavorato per informare la parte politica trentina, spesso poco attenta, per rendere evidente a tutti il danno paesaggistico storico ambientale, i costi spropositati e il gravissimo problema della sicurezza – scrivono – Apprezziamo la razionalità e la concretezza della scelta degli amministratori lombardi e bresciani. Adesso però è necessario fare un passo avanti anche in Trentino!”
“Purtroppo in Trentino non c’è stata una vera valutazione di tutti i problemi – spiegano ancora -: dei gravi danni ad ambiente e paesaggio, alla spiaggia dello Sperone e nella Riserva Val Gola (è già iniziato il taglio di gran parte dei cipressi impiantati negli anni Trenta con il preciso scopo di abbellire e garantire una guida sicura) ma nemmeno della sicurezza e degli inaccettabili rischi indotti dal progetto Ciclovia. Quindi, tra una frana e l’altra, i lavori sulla parte trentina sono partiti sia da Riva sia dal confine con la Provincia di Brescia. È chiaro che la Ciclovia del Garda versione trentina diventerà un progetto “monco” – illustrano – non solo non si prolungherà più verso il basso lago, ma si innesterà su un percorso già realizzato a Limone, che non può essere definito ciclovia ma neppure “pedociclabile”, viste le sue caratteristiche e la larghezza assai ridotta in numerosi tratti”. Per il Coordinamento “occorre fermarsi, riflettere e valutare se non sia meglio scegliere anche qui, nei Comuni di Riva e Ledro (e Torbole), l’intermodalità via lago, da Riva del Garda a Limone, (e da Torbole a Navene) un approccio ad una vera mobilità sostenibile via lago. Nei progetti iniziali era proprio previsto il passaggio via lago tra Riva del Garda e Limone e tra Limone e Gargnano – spiegano – Poi avevano prevalso le spinte ingegneristiche, proprio da parte di chi (Comune di Limone) è adesso uno dei primi a tirarsi fuori dal collegamento a sbalzo sulle rocce tra Limone e Gardone”.
“Alla luce della scelta della Lombardia è tutto da rispiegare il vantaggio che dovrebbe derivare alla Comunità dell’Alto Garda e Ledro dalla costruzione di una ciclovia sulla Gardesana Occidentale trentina, appesa alle rocce e intrinsecamente pericolosa – scrivono dal Coordinamento -. I flussi turistici ed i vantaggi previsti sono ancor più tutti da dimostrare, tranne che per il Comune di Limone, che, peraltro, con i nostri soldi ha costruito la sua “passerella” pedonale e (poco) ciclabile. Lo stesso vale per il tratto Torbole – confine con il Veneto per il quale si è in tempo a evitare qualunque progetto che minacci le falesie orientali pensando da subito all’intermodalità su battello”.
“Per tutti questi motivi – concludono dal Coordinamento – ci appelliamo al Presidente della Provincia Fugatti, al Comune di Riva del Garda e al Comune di Ledro affinché si sospenda immediatamente l’esecuzione della costosissima e rischiosissima Ciclovia del Garda, così come progettata sulla sponda della Gardesana Occidentale. E per quanto riguarda il tratto Torbole – confine con il Veneto, non si avvii alcun progetto se non l’intermodalità. È tempo di ripensare il progetto, che a questo punto appare inutilmente dannoso”.