Ex Calvario di Arco, dal Consiglio comunale il via libera alla Variante 18

Nicola Filippi30/10/20245min
VIA CALVARIO COSTRUZIONE COSMI ARCO (1)



 

Alle 23.03 di martedì 29 ottobre, il Consiglio comunale di Arco ha dato il via libera alla prima adozione della Variante 18, l’accordo urbanistico per demolire e riqualificare l’area ex Calvario, con 14 voti favorevoli della maggioranza, contrarie le consigliere Fiori e Parisi, astenuti i consiglieri di opposizione (Morandi, Stefano Tamburini, Nicola Tamburini, Oscar Pallaoro, Perini).
La prima adozione ora dovrà passare al vaglio del Servizio Urbanistica della Provincia. Ma il via libera dell’aula ha chiuso “un capitolo doloroso per la comunità di Arco”, come ha sottolineato in aula l’assessore Nicola Cattoi. Il quale ha illustrato in aula i dettagli dell’accordo urbanistico con la proprietà del sedime, la Cosmi Srl, proiettando anche una serie di slide esplicative che hanno mostrato il nuovo “volto” dell’area. Nettamente contrarie all’accordo invece le due consigliere di opposizione di Civica Olivaia, Arianna Fiorio e Chiara Parisi. “Io sono esausta – ha detto Arianna Fiorio – domani metteremo negli scatolini una mole infinita di documentazioni, ma ora mi aspetto un ringraziamento per tutta l’attività che ha permesso di non ritrovarci un hotel a 5 stelle”. La stessa Fiorio ha anche ribadito la propria convinzione che “questo accordo non fosse l’unica via percorribile”. Più caustica invece Parisi: “Questo accordo va ancora a vantaggio del privato”.
In concreto, la Variante 18 prevede che il privato (Cosmi Srl) si accollerà la demolizione e la riqualificazione dell’area dell’ex Calvario, dove saranno creati una zona a verde, un muro, un marciapiede in continuità con l’esistente e anche un sito dove poter accogliere l’icona custodita dagli “stranforini”. In un’area verde privata, fra via Venezia e via Santa Caterina, fra Itea e centro commerciale, Cosmi Srl potrà realizzare un nuovo edificio, per un totale di 1.400 metri utili calpestabili, 200 metri quadri in più rispetto ai volumi presenti all’ex Calvario, 550 in meno rispetto allo schema approvato in precedenza. In via Venezia 200 metri quadri saranno destinati a residenza primaria, il resto invece per residenza ordinaria, per aumentare l’offerta abitativa in città, vera emergenza e piaga nell’intero Alto Garda e Ledro. La consigliera Arianna Fiorio, in aula, ha cercato di far approvare un emendamento specifico sul disagio abitativo, chiedendo all’amministrazione di obbligare il privato a costruire in via Venezia solo residenze primarie, ma è stato bocciato dall’aula.
“In questo accordo, molto lineare, l’interesse pubblico è prevalente – spiega l’assessore Cattoi a La Busa – C’è stato un grosso lavoro mio, del sindaco Betta e degli uffici per limare, trovare un altro punto di caduta per un equilibrio più sostenibile, meno ingente rispetto alle volumetrie. Va a chiudere un capitolo che ha ferito la comunità di arco, anche se ferito è un termine forte, ma ha impattato tanto sulle coscienze, ha aiutato a far crescere sensibilità diverse, ha alzato l’attenzione su certi temi, sono emerse nuove sensibilità. Una vicenda che ha segnato un’epoca urbanistica del nostro comune, che adesso è completamente opposta a quel modo di fare di allora”.
“Mi permetto di dire che oggi l’amministrazione è molto più attenta, ci va con i piedi di piombo prima di fare accordi, si valuta che l’interesse pubblico sia tutelato, predominante, ma anche la stessa Provincia, quando legge le varianti, è molto più sensibile ed è attenta alle tematiche dell’interesse pubblico – sottolinea l’assessore Cattoi – la scelta di fare la demolizione dell’ex Calvario, la scelta di fare l’accordo urbanistico rispetto ad altro, sono state tutte scelte ponderate, con ragionamenti tecnici approfonditi, anche con l’Avvocatura comunale. Abbiamo valutato che questa era la strada che permetteva la chiusura più dignitosa di tutta la vicenda”.
Infine, l’assessore Cattoi rimarca una novità importante, “inaugurata” con la Variante 18.
“Abbiamo inserito nella norma che il nuovo edifico possa favorire la residenzialità. Sembra scontato e banale, ma così non è. Il nostro piano regolatore infatti prevede che i nuovi edifici residenziali possano avere una percentuale di extra-residenziale, come uffici, negozi ma anche strutture ricettive. Noi invece abbiamo ridotto la percentuale, dal 35 al 20%, per favorire la residenza, ma da questo 20% abbiamo escluso le strutture ricettive di qualsiasi tipo”.

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