Operatori di comunità: da due anni ascoltano e aiutano il prossimo

Nicola Filippi09/04/20244min
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La pandemia da Covid ha fatto emerge ed esplodere una “frattura”, tanto profonda quanto invisibile, all’interno della nostra società: la disgregazione progressiva delle reti sociali. Dopo mesi di “segregazione forzata casalinga”, a causa del lockdown, la popolazione aveva sentito il bisogno di tornare alla socialità e alla condivisione. E lo gridava ai quattro venti. Non bastavano più social network e televisione per restare “appesi” al mondo esterno. Serviva un ritorno ai rapporti umani, fatto di gesti, parole, idee e, se possibile, un abbraccio sincero. E l’idea del Circolo Acli di Arco – “Operatori di Comunità” – ha centrato l’obiettivo. L’avvio del progetto “meno social, più sociale” è datato 9 aprile 2022. In principio era stato aperto l’ufficio di Arco, sopra il circolo pensionati, davanti al Casinò di Arco, ora ha nuovi spazi al Patronato Acli, in piazza Marchetti 5. In due anni, il seme della socialità – grazie alla sensibilità delle varie amministrazioni – ha coinvolto altre realtà, ha attecchito ed è fiorito a Ceniga, a Pietramurata, a Fiavè, a Tenno, a Riva del Garda e a Drena.
“Ora ci sono 17 volontari su tutto il territorio altogardesano che operano attorno a questo progetto Acli – spiega Ottorino Morandi, uno dei principali fautori dell’idea vincente – sono tante orecchie che ascoltano, parlano e aiutano il prossimo”.
“Oggi ci siamo resi conto e siamo sempre più consapevoli che serve meno e più , meno e più (squadra), egoismo e <Più> altruismo”, spiega ancora Ottorino Morandi. In due anni gli operatori di comunità hanno fornito aiuti concreti in svariati campi: dal compilare le richieste per bonus elettrico all’attivazione di Spid e Trec, dalle prenotazioni al Cup per visite mediche e analisi alla soluzione di contenzioso fra due contratti Era energia, dalla richiesta di esenzione canone Tv per ultra 75enni alle domande alla Trentino trasporti per il trasporto gratuito per over 70. E molto altro. Ma gli uffici sul territorio sono aperti anche “solo per fare quattro chiacchiere in compagnia, per scambiarsi idee e opinioni, per dare un po’ di conforto umano”. In questo solco si inserisce la collaborazione con la Comunità di valle all’interno del progetto provinciale “Spazio Argento”, dedicato ai temi dell’anziano, che sta avendo un ottimo riscontro.
“La tecnologia porta ad aumentare queste situazioni di isolamento e solitudine, oltre a creare un forte individualismo – spiega ancora Ottorino Morandi – lo vediamo ogni giorno, soprattutto fra i più giovani, le persone sono diventate una sorta di zombie, con lo smartphone in mano, non alzano la testa dallo schermo e rischiano di travolgere le altre persone che camminano accanto a loro. Lo smartphone si sta sostituendo ai rapporti umani – conclude – Il nostro obiettivo invece è quello di tornare ai veri valori aclisti, fatto di azioni concrete di solidarietà e socialità, con scambio di idee, opinioni e cultura”.

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