Politiche familiari e impatto socio-economico dei Distretti famiglia in Trentino

Redazione24/02/20244min
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Si è svolto l’altro giorno il convegno “Politiche familiari e impatto socio-economico dei Distretti famiglia” durante il quale sono stati mostrati alcuni dati interessanti sull’andamento demografico del Trentino illustrati da Luciano Malfer, dirigente generale dell’Agenzia per la coesione sociale: “I 20 distretti famiglia sono strettamente correlati con i distretti economici per l’azione che svolgono sul territorio. Ai distretti territoriali si aggiungono i distretti tematici come quello per lo sport, l’educazione, ski family, family audit, servizi estivi, a cui aderiscono 1.200 organizzazioni che appartengono per il 72,5% al comparto privato. Registriamo un costante aumento delle organizzazioni pubbliche e private che vogliono aderire ai distretti trentini. Ad oggi i Distretti generano oltre 700 azioni ogni anno finalizzate al benessere delle famiglie e della comunità”. Infine, Malfer ha evidenziato che la popolazione trentina vive per il 95% in un comune certificato “Amico della famiglia”.
Il Rapporto sulla stato di attuazione della legge 1/2011 e l’analisi del trend demografico sono stati illustrati da Vincenzo Bertozzi, dirigente ISPAT della Provincia Autonoma di Trento: “Il Trentino ha registrato nel 2021 un Pil pro capite di 40.800 posizionandosi oltre la media nazionale per il 32% ed europea per il 26% ed è in posizioni virtuose anche secondo l’indice di progresso sociale”. Bertozzi ha aggiunto che il trend demografico si assesta ad una popolazione pari a 542.996 nel 2022: “Le famiglie trentine sono composte per il 39,2% da un figlio, per il 44,5% da due figli e per il 16,3% da tre figli (dato, quest’ultimo, superiore rispetto al 10% alla media nazionale). Se osserviamo la comunità complessivamente – ha detto – è composta per il 37,7% da una persona, per il 30% da coppie con figli, per il 21,4% da coppie senza figli. Infine, per quanto riguarda la soddisfazione della popolazione circa relazioni sociali, stipendio, salute, tempo libero, è in generale buona”. Il problema – ha concluso – sarà la sostituzione della popolazione ad oggi in età attiva che calerà del 10% e sarà difficile da sostituire visto il calo demografico”.

Ha parlato di “coesione sociale delle famiglie” Carlo Buzzi docente al Dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell’Università di Trento: “Tutti sappiamo del declino demografico e il Trentino non è esente, anche se presenta valori leggermente minori rispetto alla media nazionale. Secondo indagini statistiche il tasso di povertà in Trentino è del 5,5% contro la media nazionale dell’11% e il tasso di delittuosità è del 22,8% contro il nazionale al 35,6%. I Neet in Trentino sono al 17% contro il nazionale al 27,7%. Altri dato fiore all’occhiello del nostro Trentino – ha detto – sono, ad esempio, le attività di volontariato pari al 18,9% contro il nazionale all’8,3%”. Infine, circa il trend demografico, Buzzi ha detto che “in Trentino in media vi sono 1,37 figli per donna contro l’Italia ferma all’1,24. Le cause della denatalità sono: la diminuzione oggettiva di donne che possono fare figli, l’aumento di donne che non fanno figli, l’aumento dei giovani che vivono in famiglia, l’aumento delle separazioni e l’occupazione giovanile precaria”.

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