Uffici Agenzia Entrate di Riva a rischio: “Sede troppo vetusta”
Vetusto. E ci mancherebbe vista l’età che palazzo San Francesco di Riva del Garda si porta in dote, risalente al XII secolo del quale oggi rimangono solo il chiostro e il tozzo campanile ed è sede dell’Agenzia delle Entrate. Un edificio che ospitò, e questa è “Storia” con la S maiuscola il processo a un certo Frà Dolcino voluto dall’allora “Santa” Inquisizione per togliere di mezzo chi non la pensava come la chiesa. Ebbene, tutto ciò premesso va detto che se l’immobile ha un valore storico inestimabile e dovrebbe essere tenuto in considerazione come la storia dovrebbe insegnare, sta di fatto che per l’Agenzia delle Entrate non va certo al passo coi tempi. Convento, scuola, carcere, pretura, uffici pubblici, ne ha viste quell’immobile che sorge in posizione invidiabile e che potrebbe rappresentare, invece, una sede di polo culturale invidiabile per tutta la città di Riva e non solo. Tornando all’Agenzia delle Entrate è una lettera della direttrice provinciale al sindaco Cristina Santi che ha sollevato la criticità in essere, ossia che lavorare in uffici vetusti come quelli, dove il riscaldamento funziona male, non c’è un ascensore che sia degno di essere chiamato tale, gli infissi sono datati e soggetti alle intemperie e via dicendo è diventato quasi impossibile. La risposta della prima cittadina è ferma e decisa nel voler mantenere in zona una sede dell’Agenzia delle Entrate, ma a Riva non ci sono spazi. Dunque, che fare? Aumentare il contributo che Palazzo Pretorio versa a fronte degli accordi presi quando il sindaco era Adalberto Mosaner, contributo per il canone d’affitto s’intende, o cercare almeno 450 metri quadri di superficie dove i tredici dipendenti possano lavorare in condizioni migliori delle attuali? La richiesta è stata inoltrata ai sindaci della Comunità per trovare una soluzione adeguata.