La scrittrice Dacia Maraini a Riva del Garda
Appuntamento d’eccezione a Riva del Garda: Dacia Maraini, una delle autrici viventi più importanti, attive e impegnate dell’ultimo secolo, sarà sabato 24 febbraio al Palazzo dei Congressi in dialogo con Alberto Maganzini e con l’accompagnamento musicale a cura del Conservatorio di musica “F. A. Bonporti”. Inizio alle ore 18, ingresso gratuito con prenotazione su Eventbrite al link https://www.eventbrite.it/e/biglietti-dacia-maraini-a-riva-del-garda-835853709947
Nata a Fiesole nel 1936, è stata protagonista di una vita frenetica che l’ha portata a una ricca produzione letteraria come poetessa, romanziera, saggista, drammaturga e sceneggiatrice, scrivendo, inoltre, racconti per bambini e impegnandosi nella promozione delle più varie iniziative culturali, anche quelle dei piccoli editori nascenti negli ultimi decenni. Dacia Maraini è stata inserita dalla critica in quella che viene definita la generazione degli anni Trenta, insieme a personalità del calibro di Umberto Eco e Alda Merini. Il suo primo romanzo, «La vacanza», lo pubblica nel 1962. Seguono l’anno successivo «L’etica del malessere» (con cui si aggiudica il Premio internazionale degli editori Formentor) e nel 1967 «A memoria». È una tra le più conosciute scrittrici italiane (le sue opere sono tradotte in oltre venti lingue) ed è stata anche una delle favorite per il Nobel alla letteratura. Nei suoi romanzi, dalle prime opere in cui gli ideali risultano più sfumati fino alle prove successive molto più forti e sicure, il pensiero costante di Dacia Maraini si è sempre articolato attraverso temi urgenti. Prioritari sono il dibattito sulla legalità e la lotta contro le mafie, insieme alla condizione delle donne, le violenze in particolare, tanto in un clima familiare quanto in un clima sociale e lavorativo, con la letteratura che diventa una vera e propria forma di lotta sociale. Il femminismo è uno dei temi più presenti nei suoi libri, in cui lo sguardo è alle donne vittime di una società che le violenta fisicamente e psicologicamente, particolarmente in due delle sue opere più importanti: «La ragazza di via Maqueda» e «La lunga vita di Marianna Ucria». Per Dacia Maraini la scrittura è un mezzo di evasione dall’alienazione di cui l’uomo moderno è vittima: fondamentale è dare voce alla propria interiorità.