Alto Garda, il 10% degli alloggi sono per i turisti
32.000 appartamenti abitativi complessivi censiti nell’Alto Garda, di cui 1.243 vuoti o perlomeno inutilizzabili. È questo il dato che Gestel, l’azienda per la gestione delle entrate locali, ha raccolto a fornito agli organi d’informazione relativi ai sette Comuni che sono la Comunità di Valle. Un 10% del totale circa (3.100) sono per l’offerta turistica, ossia case/alloggi vacanza, ma ve ne sono ne i quasi 6.500 (6.441 per la precisione) che sono seconde case. In pratica il tedesco o lo straniero che ha acquistato la seconda casa in zona. E che la usa, ovviamente, quando è in vacanza. Una “fotografia” dello stato attuale delle cose che la dice lunga sulla “fame” di abitazioni. Un’emergenza nota a tutti e che ha bisogno di una sorta di “freno” al proliferare degli alloggi a uso turistico. Se nell’ambito delle competenze di Gestel sono censiti 32.008 immobili (quelli che pagano la Tari, la tariffa rifiuti) sul territorio, a Riva del Garda ve ne sono oltre un terzo, ossia 10.680. Dei 32.008 un terzo sono abitazione principale, mille circa abitazione a disposizione (seconde case) di soli residenti, mentre altre 6.000 sono secondo case di non residenti. I dati che s’intersecano tra di loro, tra abitazioni principali, seconde case disponibili, seconde non disponibili, alloggi turistici o altro definiscono una mappa sul territorio divisa tra i sette Comuni dove ad Arco ci sono 396 immobili liberi, a Riva 311 e a Ledro 272. Questo per dare ancora cifre al ragionamento fatto da Gestel, e che in pratica dice una cosa: il problema c’è, esiste da tempo ma i ragionamenti vanno fatti in Comunità di Valle. Così la pensa la sindaca di Riva del Garda Cristina Santi, secondo quanto espresso alla stampa in merito ai dati forniti da Gestel. E ora che sono stati eletti i nuovi consiglieri provinciali, la legge Gilmozzi sul turismo va decisamente rivista. Come dire che è ora di mettere un freno agli alloggi turistici di fronte allo svuotamento dei centri storici e alla carenza di abitazioni per il personale del settore turismo (alberghi, ristoranti, pizzerie, bar, pubblici esercizi insomma) che non sanno dove andare a dormire. Il sindaco di Tenno Giuliano Marocchi ha fatto una prima mossa alzando l’Imis sulle seconde case, un chiaro e preciso segnale politico indirizzato al legislatore.