Ad Arco in sei anni 500 incidenti stradali

Claudio Chiarani10/09/20234min
20200520IMG_0945 ARCO INCIDENTE MORTALE MAZA ARMANDO RONCONI

 

In sei anni nel solo territorio di Arco sono stati registrati quasi 500 incidenti stradali. Il bilancio è tragico: quattro morti e ben 616 feriti, quattro vite spezzate e tante altre segnate più o meno gravemente. Una cifra alta, molto alta e che presenta anche un costo sociale altrettanto elevato, ben 32 milioni di euro. Si, avete letto bene: trentadue milioni di euro, denaro che la collettività ha sborsato per far fronte agli incidenti e, ovviamente, ai soccorsi richiesti a seguito degli stessi accaduti nel periodo 2016-2021. Le cifre che rendono l’idea, idea lungo la quale nel frattempo non va dimenticata la pandemia, dunque ridotta se non ridottissima mobilità, sia di pedoni, biciclette, automobili o altri mezzi di locomozione giustificati per poter andare al lavoro, si traducono in una media di 82 incidenti/anno, un deceduto, 103 feriti e un costo sociale pari a cinque virgola tre (5,3) milioni di euro. All’anno, sempre beninteso. Tutte le cifre sono contenute nel Piano urbano della mobilità sostenibile Pums) che la società “Netmobility” ha redatto su incarico dell’amministrazione comunale arcense. 160 pagine che vi abbiamo qui sopra riassunto nei dati principali che fanno riflettere, almeno questo è l’augurio, sulla condotta di ciascuno di noi quando si sposta con qualche mezzo. Dati che la giunta del primo cittadino Alessandro Betta analizzerà ai fini della mobilità sostenibile, traendone le opportune conclusioni in vista delle scelte da farsi a tema. Arco, come l’intero Garda trentino, è territorio vocato al turismo con notevoli afflussi nei periodi di vacanza; dunque, questo costo dei danni economici causati dalla mobilità intesa in tutti i suoi settori non è da sottovalutare, anzi. Anche se, va detto, nel 2021 il numero degli incidenti sul territorio comunale della città delle palme è diminuito rispetto al 2016 e all’anno successivo, il 2017 da 4 incidenti/anno per 1.000 abitanti a 101 e 100 (sempre per 1.000 abitanti) contro i 72 totali del 2021. In 39 casi sono stati coinvolti pedoni, mentre la maggioranza dei casi vede vetture private “protagoniste” degli incidenti per un dato complessivo pari a quasi il 60% dei casi. Le motociclette (o scooter) sono al secondo posto ( 18,3%) mentre le due ruote non motorizzate sono al terzo con un totale del 12%. Ultimo dato le tratte maggiormente interessate da incidenti stradali: la statale 45 bis nei pressi della località “Moletta”, tristemente famosa per incidenti mortali, così come la tratta della statale 240 (la Maza per intenderci) dal confine col Comune di Nago Torbole verso Vignole. Cinque gravi incidenti con dieci feriti alla Moletta, 15 con ben 31 feriti lungo la Maza. Terza piazza (si fa per dire ovviamente), viale Rovereto con 12 incidenti e quattro feriti, quarto posto via Linfano nel tratto a sud della città con dieci incidenti e 14 feriti, la circonvallazione sud (9 incidenti e 13 feriti) e, a seguire, via Aldo Moro, la provinciale che porta a S. Giorgio, altra “nota dolente” rilevata dal Piano urbano della mobilità sostenibile. Si chiude (si fa sempre per dire) con ciò che è causa dei più elevati costi sociali, ossia l’intersezione tra via Grande Circonvallazione e via Linfano, punto che ha avuto 12 incidenti con 14 feriti e ben cinque casi che hanno visto coinvolte biciclette. 12 feriti e otto incidenti, infine, si sono verificati all’incrocio tra la provinciale 118 e via Cavallo/Sabbioni. Dati che fanno riflettere e “concentrare” quando si è alla guida, specialmente (è dimostrato) perché tante distrazioni arrivano dai telefoni cellulari mentre si è alla guida.

 

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