Comune e APT: “Basta alloggi turistici”
Il Comune di Riva e l’APT Garda Dolomiti hanno ufficialmente chiesto alla governance provinciale di mettere un freno al proliferare degli alloggi turistici. Il dato emerso dal recente incontro organizzato in Sala Dolomiti al Palazzo dei Congressi di Riva del Garda, laddove anche gli studenti del Liceo rivano Andrea Maffei hanno presentato il loro progetto Erasmus+ “Human first!” La sostenibilità sociale e il caso di Riva del Garda. Insomma, basta alloggi turistici sul territorio del Garda trentino. Come? Rendendo l’affitto turistico “meno appetibile” rispetto alla tradizionale vacanza in Hotel o in egual struttura (Agriturismo o B&B, ad esempio) e basta appartamenti. Per realizzarlo sarebbe, almeno inizialmente, aumentare l’Imis e la Tari (Imposta Immobiliare Semplice e Tassa sui Rifiuti), semplificando (insomma abbassando il tributo) ai proprietari di appartamenti che, invece, affitterebbero al mercato “ordinario.” E, cosa da non trascurare, è giunto il momento di mettere un tetto al numero di questi alloggi, limitando le licenze turistiche in deroga alla legge provinciale. Due proposte che Comune e APT si diceva hanno inoltrato in Provincia a Trento al fine di limitare e arginare un vero e proprio problema sociale: chi cerca casa in affitto non la trova (e se la trova paga mensilità care, si va sui 650 euro per un bilocale da 40 metri quadri se va bene, spese a parte) e chi viene a lavorare nelle strutture alberghiere nel Garda trentino non sa dove andare a dormire. Cristina Santi e Silvio Rigatti, rispettivamente sindaco di Riva del Garda e presidente di Garda Dolomiti, l’APT del territorio l’hanno spiegato in conferenza stampa mercoledì scorso 31 maggio a Palazzo Pretorio, illustrando il “pacchetto” dei provvedimenti che la Provincia dovrebbe adottare per arginare il fenomeno degli affitti turistici. E se a Riva gli alloggi destinati a questo, numeri alla mano, ormai sono alla saturazione è nella immediata periferia dei Comuni che potrebbero trovare ulteriore sbocco per valorizzare, così, le presenze turistiche anche in frazioni o borghi dove sono poco presenti. Il “pacchetto” di proposte sarà presentato in Provincia quanto prima, compreso un “vincolo” d’affitto per queste destinazioni che potrebbe essere di cinque anni, poi dovrebbe poter tornare sul mercato “ordinario.” Sovraffollamento, abuso di transiti nelle zone a traffico limitato e criticità varie legate a tutto ciò potrebbero essere, così, maggiormente disciplinate. Nessuna “guerra” si afferma da Palazzo Pretorio e Apt, ma maggior disciplina, autonomia decisionale in materia (derogando dalla legge provinciale, insomma) e operativa.