Il livello del Garda torna a crescere
52 centimetri sopra lo zero idrometrico. È, questa, la quota alla quale grazie alle recenti precipitazioni e (soprattutto) al “risparmio” idrico che la pianura chiede al lago di Garda, il Garda assesta il suo attuale livello, pari a quello del luglio 2022. Un bel risultato ha detto il primo cittadino di Nago Torbole Gianni Morandi, nonostante per stare più “tranquilli” servirebbe salisse di un mezzo metro ancora. Ma, inutile dirlo, o piove o quest’estate saranno dolori. Come si sa, infatti, servirà acqua per irrigare le coltivazioni e se le prossime settimane non porteranno altra acqua dal cielo, inutile negarlo sarà davvero difficile portare a raccolta ciò che si è seminato. Così è emerso dal recente tavolo interregionale che riunitosi per fare il punto della situazione, ha chiamato attorno a sé i diversi rappresentanti istituzionali delle due regioni che sorgono sulle sue sponde, Lombardia, Veneto e la Provincia di Trento. Oltre a loro la Comunità del Garda in rappresentanza di Comuni, il Consorzio del Mincio, l’emissario del Garda per gli agricoltori della pianura mantovana, tre assessori lombardi, uno per il Veneto e il vicepresidente della provincia di Trento Mario Tonina. Una situazione comunque “critica” per Gianni Morandi ma, tuttavia, non drammatica e costantemente sotto controllo. La decisione, quindi, di ridurre ulteriormente i prelievi di acqua per maggio è stata quasi ovvia, ma è chiaro che in questo momento è necessario ritrovarsi mensilmente per decidere cosa fare. Se per la sponda trentina ci sono meno problemi per l’utilizzo dell’acqua dolce del Garda, nelle altre due regioni, invece, con i prelievi anche per uso potabile è chiaro che la criticità è superiore al trentino. Il lago va monitorato giorno per giorno al fine di una gestione ancor più oculata del prelievo d’acqua, e augurarsi che piova più copiosamente è l’unica cosa da fare di questi tempi. Anche perché la “scorta” di neve sulle montagne è poca.