Ampliamento camping Maroadi, ricorso al TAR e parziale abbattimento
Col più classico dei “No comment” la famiglia Barion, titolare del camping Maroadi di Arco, ha cortesemente risposto alla nostra domanda in merito alla vicenda che la vede suo malgrado protagonista per l’ipotesi di abuso edilizio contestatole un paio d’anni fa. “È un momento delicato per noi – ci ha detto Alberto Barion – qualcosa abbiamo demolito ma proprio per questo chiediamo cortesemente il rispetto delle nostre decisioni”.
Lungi dall’essere conclusa in tempi rapidi, dunque, la vicenda legata all’ampliamento e riqualificazione della palazzina servizi di fronte agli uffici. È noto che tramite i propri legali i Barion hanno depositato al Tar un ricorso contro l’ingiunzione del Comune di Arco di mettere in ripristino alle condizioni preesistenti, ossia prima che fosse staccata l’autorizzazione ai lavori, un atto che il Comune di Arco si attendeva e che in questi giorni sarà preso in esame dalla giunta che si costituirà in giudizio al fine di difendere i propri provvedimenti. Se ne occuperà l’avvocato Barbara Zampiero, legale del Comune arcense.
La vicenda risale ai primi mesi del 2019, quando alla famiglia Barion venne contestato il reato di abuso edilizio per la soprelevazione di un piano della palazzina prima che fosse votata la deroga urbanistica che avrebbe poi staccato la concessione in cambio di una parte del terreno di proprietà per la realizzazione della pista ciclopedonale per arrivare sul lungolago, nel lembo più a sud del Comune di Arco, accanto al Camping, tra il terreno di proprietà e quello adiacente su cui sorge il Circolo Vela Arco. Un infortunio sul lavoro mise in moto la macchina degli accertamenti, sollevando la questione che oggi, dopo quasi quattro anni è ancora lungi dall’essere conclusa. Per l’ipotesi di abuso d’ufficio contestata dagli allora consiglieri Mauro Ottobre e Giovanni Rullo e legata alla vicenda, è bene ricordare anche questo, in Tribunale a Rovereto sono stati assolti il sindaco di Arco Alessandro Betta, l’allora assessore Stefano Miori e l’ex segretario Rolando Mora per non aver commesso il fatto.