Arco, spazio ai giovani che vogliono “coltivare” il futuro

Si chiama “Giovani: coltiviamo il futuro?” il progetto che il Comune di Arco ha avviato per cercare di rendere un sogno possibile. Quale? Quello di potersi dedicare alla terra ma non solo nelle sue diverse forme, dal coltivare alberi da frutto come i castagni, trasformare un terreno in un orto, avviare un’attività rurale, restituire a vita un immobile dismesso da anni per allevare animali da fattoria. Insomma, idee che ora grazie a questo progetto cui hanno aderito 15 ragazzi sotto i 35 anni potrà trasformarsi in realtà. Un progetto che l’assessore referente in materia Gabriele Andreasi ha spiegato nei minimi particolari. Tutto ebbe inizio un paio di anni fa, ha spiegato alla stampa l’assessore, quando fu chiesto ad un gruppo di ragazzi di avere una visione sul territorio a lungo termine, verso il 2024 circa. Ebbene, ricorda Andreasi, in tanti dissero e auspicarono che il recupero del territorio era importante, in particolare quelle aree agricole abbandonate. Da lì il Comune di Arco si è attivato per dare loro una risposta concreta, confluita in questi giorni col varo del progetto “coltivare il futuro”. Dar seguito all’idea, dunque, è cosa di questi giorni grazie all’aiuto degli uffici tecnici comunali competenti in materia, per individuare le strutture o i luoghi più idonei allo scopo. Per i progetti che saranno ritenuti più meritevoli c’è a disposizione una somma di 30 mila Euro per iniziare a dar corpo alle idee da parte di coloro che in questo cercano e hanno trovato un’opportunità di lavoro futuro. Le sovvenzioni il Comune di Arco le ha ottenute dopo aver partecipato ad un Bando promosso dall’Associazione Nazionale dei Comuni (Anci), ora si è ai blocchi di partenza (gennaio 2023), e dopo aver affidato l’incarico di censire i terreni agricoli comunali ad una ditta esterna, aver “coinvolto” la Fondazione Mach al fine d’organizzare un corso per i ragazzi in preparazione alla futura professione tutto è pronto per dare nuove opportunità a chi sta cercando di tornare un po’ ai vecchi mestieri lasciati in eredità dai nonni o dai loro padri.