Detenuti nel carcere di Trento, la Garante: “Mancano risorse per la rieducazione”

Redazione18/12/20223min
CARCERE SPINO GARDOLO TRENTO

 

Il biennio orribile della pandemia è ormai alle spalle, con tutto il carico di straordinaria sofferenza e difficoltà che ha comportato. Ciononostante, il presente della casa circondariale di Spini – la struttura a nord di Trento, che finalmente e positivamente conta ora su una direttrice applicata a tempo pieno – è segnato da alcuni problemi strutturali, annosi e tutt’altro che risolti.
L’ha chiarito la Garante dei diritti dei detenuti, che a palazzo della Regione ha presentato la relazione annuale della sua attività di authority, istituita presso il Consiglio provinciale con il compito di tenere accesi i riflettori sulle criticità del mondo carcerario. La professoressa Antonia Menghini ha definito allarmante il dato sull’organico effettivo di educatori: si è persa una figura su tre e questo sembra minare gravemente ogni progettualità legata agli obiettivi costituzionali di rieducazione e reinserimento del detenuto. Altro indicatore decisivo è fornito dal monte delle ore lavorative consentite e offerte a chi sta in carcere, per ritrovarsi come persona e come cittadino: a Spini il dato è in calo, perché s’è ridotto il budget statale. È urgente – ha detto allora Menghini – sostenere le cooperative impegnate su questo fronte, per non disperdere un patrimonio di professionalità ed efficienza.
Schiarite s’intravvedono invece sul versante dell’assistenza sanitaria, che da luglio è stata rafforzata. A sottolinearlo è stata la stessa assessora provinciale Stefania Segnana, che ha voluto dimostrare sensibilità per la tematica e ha fornito dati importanti: 3 nuovi medici, copertura assistenziale interna al carcere h24, due psicologi e uno psichiatra, impegno a ricercare odontoiatri per far funzionare prossimamente anche l’ambulatorio di cui la struttura è dotata. Dal 2018, altro dato incoraggiante, non si registrano più suicidi tra i detenuti a Trento. Segnana ha assicurato che il governo provinciale rifletterà anche sul nulla di fatto seguito al bando dello Stato per l’assunzione di educatori.
Tra gli appelli di Menghini, quello per una urgente riforma di sistema a livello nazionale dell’approccio alle gravi patologie psichiatriche che non di rado affliggono i detenuti.

 


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