Pensionato morso da una vipera a Malcesine
Un ex infermiere di 84 anni residente a Cassone di Malcesine è stato morso alla mano da una vipera ed ha dovuto ricorrere alle cure del nosocomio melsineo. Appurato che si trattava proprio di quel rettile (il pensionato l’aveva uccisa e portata con sé all’ospedale) i sanitari hanno preferito trasportarlo all’Ospedale di Verona. Ne dà notizia il quotidiano L’Arena, sezione Garda Baldo, riferendo che l’episodio è accaduto nell’orto di casa quando l’uomo era intento nella cura dello stesso. Recatosi in macchina autonomamente presso l’ospedale di Malcesine è stato trasferito al Centro Antiveleni del nosocomio veronese dove gli sono state somministrate le terapie del caso. Nel frattempo, la mano e il braccio del pensionato si erano gonfiate a causa del veleno iniettato col morso. L’antidoto somministrato al Centro Antiveleni si chiama “Fab”, ossia frammenti anti-corporali e secondo il dottor Giorgio Ricci, direttore del Centro Antiveleni di Verona e punto di riferimento per il Triveneto, se non si fosse intervenuto in tempo non sarebbe andata bene. Il medico in questi casi di non applicare lacci attorno alla parte dove si è stati morsi, perché interrompere la circolazione venosa non serve in quanto il veleno della vipera si diffonde per via linfatica. È sconsigliato, inoltre, effettuare incisioni che altro non fanno se non facilitare la penetrazione nell’organismo del veleno. Mai, infine, succhiare la ferita perché “soluzione” inefficace. Meglio pulire il punto dove si è stati morsi e monitorare se inizia a gonfiarsi la zona del morso con sintomi quali nausea, diarrea, abbassamento di pressione. In questo caso trascorrono tra le quattro e le sei ore per poter intervenire efficacemente.