Ospedale di Malcesine depotenziato, odissee per i cittadini
Se per la Sanità trentina si leggono, spesso, notizie che non fanno dormire “sonni tranquilli” come le lunghe attese al pronto soccorso, anche quella veneta ma vicina a noi trentini non è che vada meglio. A dirlo, anzi a scriverlo nero su bianco su “Verona Sera” è il sindacato Ugl Salute del Veneto che denuncia come a Malcesine il servizio di medicina pubblica non sia stato attivato e che quello di medicina territoriale sia un bel miraggio. Stefano Tabarelli è il sindacalista che punta il dito contro quello che una volta era un’eccellenza del territorio, un ospedale cui si rivolgevano anche moltissimi residenti dell’Alto Garda, in particolare per il reparto di ortopedia, vanto di un territorio che in questo non conosceva confini. Il continuo ed incessante depotenziamento della struttura veneta, afferma il sindacalista, costringe i cittadini ad autentiche odissee per poter usufruire dei servizi sanitari. Ma se Atena piange non è certo Sparta che ride, antica espressione usata per dire che se le due città che erano spesso in conflitto non avevano vita facile se l’altra soffriva, ben si applica alla Sanità attuale. Insomma, Malcesine piange ma Arco e Rovereto soffrono carenze croniche difficili da colmare. In particolare, se un residente in zona Malcesine deve far vaccinare i propri figli, ottenere assistenza per un parto o ha un paziente “fragile” in casa cui accudire deve fare almeno una cinquantina di chilometri per avere risposte. Oltre a ciò, va tenuto in considerazione, come nell’Alto Garda (in questo la situazione è simile) si devono aggiungere le presenze turistiche che nella bella stagione fanno lievitare i residenti. Insomma, una mancata politica territoriale “incapace – afferma Tabarelli – di intervenire”. Troppe promesse e impegni annunciati senza riscontro alcuno.