Emergenza Ucraina, in campo il “Sistema Trentino” per l’accoglienza dei profughi
Pronta accoglienza dei profughi ucraini e trasporto nelle zone di frontiera del materiale frutto delle donazioni dei trentini. Se ne è discusso nel corso di una riunione convocata dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti e alla quale hanno preso parte molte altre autorità ed enti.
Sono 200 i posti di prima accoglienza predisposti in Trentino: ad oggi hanno usufruito del servizio 104 persone, alle quali si sino aggiunti altri 21 soggetti nella serata di martedì 8. Sono comunque molti i profughi ucraini che hanno trovato ospitalità in forma autonoma, pari a 420 unità. Il sistema si sta peraltro preparando ad un eventuale aumento dei flussi, alla luce della prossima apertura di corridoi umanitari: la disponibilità offerta da enti pubblici e realtà private è di ulteriori 713 posti, attualmente al vaglio del sistema provinciale di accoglienza.
Dall’inizio dell’emergenza, presso gli uffici del Cinformi (che assieme alla Protezione civile ha assunto il coordinamento dell’operazione) si sono rivolte centinaia di persone – in particolare donne e bambini – per le quali è stato avviato il necessario percorso di regolarizzazione. Va ricordato infatti che entro 48 ore dal proprio arrivo, i profughi devono provvedere alla propria identificazione e viene garantito loro il titolo di soggiorno temporaneo per motivi umanitari. Intercettati dal sistema sanitario, gli ucraini che raggiungono il territorio italiano eseguono il tampone per individuare eventuali positività al Covid, al quale segue la quarantena fiduciaria di 15 giorni. Finora tutte le persone ospitate in Trentino si stanno sottoponendo al ciclo vaccinale. Per quanto riguarda bambini e ragazzi in età scolare (60 i casi presenti), le scuole stanno organizzando i percorsi scolastici per l’inserimento.
Per quanto riguarda il trasporto del materiale (vestiario, cibo e farmaci) raccolto dalle associazioni ucraine e destinato sia ai profughi arrivati in Trentino, sia al confine con il Paese martoriato dalla guerra, il presidente Fugatti e l’assessore Segnana hanno garantito la disponibilità dei mezzi della Protezione civile.