Lido Palace Hotel, la vendita delle quote ad Hager e Signoretti è legittima
Il Tribunale di Trento ha sancito che la vendita delle quote che hanno permesso agli imprenditori Heinz Peter Hager e Paolo Signoretti, presidente di Heliopolis Energia, di diventare azionisti di maggioranza della Garda Investimenti Hotel è stata corretta.
I due soci, dunque, titolari anche della “VR 101214” proprietaria dell’area ex Cattoi, hanno effettuato l’acquisto delle quote in modo del tutto legittimo.
Il Tribunale, infatti, ha respinto il ricorso che avevano presentato i soci di minoranza Paolo Pederzolli, Graziano Rigotti, Paolo Zontini, la famiglia Degara e Alberto Bertolini. Ricorrenti che ora dovranno pagare le spese di giudizio a favore degli ormai ex soci che avevano venduto le quote ad Hager e Signoretti. Quote pari al 52,19% dell’intero pacchetto azionario della Garda Investimenti Hotel, facente parte della società Lido che gestisce il prestigioso l’omonimo hotel 5 Stelle superior in riva al Garda.
Il ricorso si basava sulla ipotizzata violazione dell’articolo 8 dello statuto societario cosa che, invece, il Tribunale nella disamina ha ritenuto non vera, ossia il diritto di prelazione. Sempre in quell’articolo, però, come il tribunale di Trento ha sentenziato, il diritto di prelazione viene escluso nel caso di cessione di ramo d’azienda, di fusione o incorporazione, di riorganizzazione aziendale. Sentenza che ha consentito l’ingresso di Signoretti nel pacchetto azionario di Garda Investimenti con l’incorporazione la “Im. Tre” di Diego Schelfi. Il tutto “forte” di un precedente simile, come hanno osservato sempre i giudici del Tribunale di Trento: la Benaco Real Estate nel 2010 acquisì quote della Garda Investimenti Hotel incorporando la società “Vei” senza comunicarlo ai soci. Un precedente che ha giocato indubbiamente a favore oggi di Hager e Signoretti.
Un’operazione da 3 milioni e 400 mila euro, che ha visto la cordata trentino-altoatesina assorbire le quote di Flavio Zambanini dell’Hotel Campagnola (valore 400 mila euro), di Fiorindo Bonora, legale rappresentante della «Bonora Ortofrutta» (305 mila euro), della società «Di Mauro srl» di Anna Maria Lucia Katya, moglie del notaio Piero Avella (260 mila euro), della «Adiconsult società fiduciaria di revisione a responsabilità limitata» (275 mila euro), di Alessandro Calzà, legale rappresentante della «Stefa srl» (261 mila euro), Paolo Maino per conto della «Benaco Real Estate sas» (275 mila euro), Alberto Bortolotti amministratore unico della «Winter srl» (625 mila euro) e Luca Salvaneschi, legale rappresentante della società «Leon d’Oro sas di Salvaneschi Luca & C.» (250 mila euro).