L’esperto ambientale Paolo Pileri: “Ciclabile del Garda, uno sfregio al paesaggio”

Claudio Chiarani04/02/20223min
CICLOVIA GARDA GARDESANA RIVA LIMONE 11

Paolo Pileri, ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano, “tuona” contro la pianificata ciclabile del Garda: “Il costosissimo progetto di una ciclovia attorno alle sponde del lago rischia di offendere un contesto delicato e già fortemente instabile”.
Così l’incipit dell’elaborato, pubblicato sul portale di informazione “Altreconomia”, scritto dal pioniere della mobilità lenta, il quale lancia un appello: “Fermate quell’opera, un’altra ciclabilità è possibile”.
Nell’articolo (qui il link (https://altreconomia.it/ciclabile-del-garda-in-nome-della-sostenibilita-si-puo-sfregiare-il-paesaggio/  per leggere l’articolo integrale) si legge che fare una ciclabile non autorizza a sfregiare il paesaggio e, nel contesto, quello unico come il lago di Garda. Siamo davanti a dei dilemmi quotidiani, scrive il professore, in nome della sostenibilità.
Pileri scrive dopo aver ricevuto il dossier della Provincia Autonoma di Trento, speditogli da un consigliere comunale di uno dei Comuni rivieraschi interessati, che illustra il progetto dell’intera Ciclovia attorno al Garda.
“Dopo i due chilometri a sbalzo realizzati dal Comune di Limone – scrive – il resto saranno viadotti, gallerie, trincee in cemento e altre passerelle che andranno ad attaccarsi alle meravigliose pareti rocciose a picco sul lago compromettendone la bellezza di quel tratto”.
Il lungo articolo va a celebrare la bellezza del Garda cantata da poeti, raccontata da scrittori, set cinematografici di film che hanno fatto la storia, dipinto da grandi pittori e celebrato in ogni epoca, dai Romani a Napoleone. Senza trascurare che è una “miniera d’oro” per presenze turistiche ogni anno. Il professore del Politecnico analizza poi i costi (7 milioni di euro per due chilometri quando il costo “normale” per una ciclabile si aggira massimo sui 300 mila al chilometro), il fatto che spendere denari pubblici per rigare le falesie “come un chiodo riga un’opera d’arte” e altre deduzioni in cui manifesta apertamente la propria contrarietà al completamento dell’opera.
Lo studioso prende in esame anche il recente distacco geologico in località Navene, chiudendo con una certezza: “Da tecnico credo che si siano oltrepassati i limiti”.
Per l’emerito professore la soluzione è studiare alternative discutendone con i cittadini, tra le quali imbarcarsi sui battelli con le biciclette, magari mossi a propulsione elettrica e dedicati solamente a loro. Con buona pace di chi, amante della bici, non scenderebbe mai dal sellino per salire in barca. Un articolo elaborato che farà certamente discutere sulla tanto paventata conclusione dell’intera opera finanziata anche dai Fondi dei Comuni confinanti.

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