Memoria: onorificenza a Maria Luisa Crosina dal Comune di Arco

Redazione28/01/20225min
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Giovedì 27 gennaio, Giorno della Memoria, il Comune di Arco ha ricordato, come ogni anno, Eva Haas Flatter, Arturo Cassin e Gino Tedeschi, deportati da Arco e morti ad Auschwitz, e il cittadino onorario di Arco, Leo Zelikowski, sopravvissuto all’inferno dei campi di sterminio e testimone prezioso di pace e di riconciliazione. La tradizionale cerimonia al monumento di via Galas si è tenuta in forma ridotta, causa il difficile momento legato alla pandemia. A seguire, all’auditorium dell’oratorio San Gabriele, la cerimonia di conferimento alla prof.ssa Maria Luisa Crosina del Gonfalone d’Argento, segno dell’onorificenza al merito della città di Arco, per meriti legati alla ricerca e alla promozione della cultura, specialmente nell’ambito della storia delle persecuzioni razziali, e in particolare all’attività di ricerca e documentazione che ha portato alla riscoperta delle vicende degli ebrei arcensi deportati e della realizzazione del monumento loro dedicato ad Arco.

Erano presenti il sindaco Alessandro Betta e parte della Giunta, una rappresentanza del Consiglio comunale con il presidente Flavio Tamburini, delle Forze dell’Ordine, delle Associazioni combattentistiche, d’arma e di Protezione Civile, e per il Comune di Riva del Garda la vicesindaca Silvia Betta. Presenti anche il parroco, don Francesco Scarin, e Ruggero Morandi, già sindaco di Arco, assessore alla cultura nel 1993, anno in cui la città di Arco, molto prima che fosse istituito dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite (cosa che avvenne nel 2005), celebrò il primo Giorno della Memoria. Presenti anche Pietro Kuciukian, figlio di un sopravvissuto al genocidio armeno, e lo storico Romano Turrini, entrambi insigniti dell’onorificenza al merito della città di Arco.


Dopo il saluto e una introduzione dell’assessore Trebo, che ha ricordato i fatti della Shoah e il valore della Memoria, il saluto del parroco, don Francesco, che ha rimarcato il valore di una celebrazione, quella del 27 gennaio, che è allo stesso tempo denuncia di un orrore del passato e impegno per una strada nuova di convivenza e di rispetto.

Quindi l’assessore Trebo ha ricordato il valore degli studi compiuti dalla prof.ssa Maria Luisa Crosina, grazie ai quali sono emerse dall’oblio le storie di Eva Haas Flatter, Arturo Cassin e Gino Tedeschi, deportati da Arco e morti ad Auschwitz, e di Leo Zelikowski, sopravvissuto ai campi di sterminio.

A seguire la prof.ssa Crosina ha ripercorso le vicende storiche riportate in luce dalle sue ricerche, confluite nel 1995 nella pubblicazione del libro «Le storie ritrovate. Ebrei nella provincia di Trento (1938-1945)».

«Voglio ricordare l’affetto che ho ricevuto dai cittadini di Arco -ha detto in conclusione la prof.ssa Crosina- che è lo stesso affetto che ricevo dai miei concittadini di Riva. E permettetemi di ricordare, tra le tante, due persone: Umberto Zanin, che ha ha realizzato la targa del monumento ai deportati ebrei di Arco; e una persona molto cara a tutti gli arcensi e molto cara a me, Lino Gobbi, che finché ha potuto non ha mai mancato di partecipare alle nostre commemorazioni, dove aveva sempre parole di grande dolcezza e di assoluto rigore morale».

Quindi il sindaco ha dato lettura delle motivazioni dell’onorificenza, ufficializzata da una delibera della Giunta comunale del 18 gennaio, con cui il Comune di Arco «vuole esprimere a Maria Luisa Crosina la gratitudine della comunità arcense per aver recuperato e reso note a tutti le storie di queste quattro persone e di tutti coloro che hanno dimostrato solidarietà e coraggio contro la follia nazifascista. La città è inoltre grata per la vicinanza e il supporto, morale e scientifico, in tutte le iniziative volte a garantire la memoria di questi eventi e a sollecitare una convivenza pacifica».

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