Villa Elena di Arco: via i sacchi bianchi, ma resta il “nodo-pilastri”
Villa Elena di Arco: c’è una buona notizia. E una un po’ meno. Ma una ancora di meno, soprattutto ascoltando le parole, a tratti poco urbane, dei tanti residenti della zona che da fine agosto (oggi siamo al 21 novembre) sono costretti a fare peripezie e circumnavigare la città nella speranza di trovare parcheggi liberi, autentica chimera (“parliamo di una quarantina di stalli”, ci ricordano), soprattutto nei fine settimana, durante l’apertura dei mercatini natalizi.
La prima news. I grandi sacchi bianchi, che contenevano il terreno inquinato ed erano stati appoggiati nel giardino esterno e attorno all’edificio asburgico, sono stati portati via. “Alla fine, sono arrivati i risultati delle analisi sui materiali – spiega il vicesindaco Zampiccoli – si trattava di idrocarburi. Così la ditta incaricata per lo smaltimento, la ditta Bonora di Arco, ha potuto procedere con lo spostamento di tutti i sacchi”.
La seconda invece riguarda i malandati pilastri in marmo dell’ingresso principale, indeboliti durante i recenti lavori di allacciamento alla rete delle acque nere e bianche, a servizio anche del nuovo teatro ipogeo. Oggi sono ancora “cinturati”, perché sono tutelati, per evitare che possano crollare a terra. E poi chi li sente poi quelli della Soprintendenza? “Siamo ancora in attesa della loro risposta – specifica il vicesindaco Zampiccoli – abbiamo già individuato la ditta specializzata che effettuerà lo smontaggio, pezzo per pezzo, e il successivo spostamento, in zona sicura, all’interno del perimetro della stessa Villa Elena. La ditta poi installerà nuovi pilastri, per reggere la recinzione e adatti alla bisogna. Ma finché non ci arriva la risposta, non possiamo affidare l’incarico ufficiale per i lavori”.
Sulle tempistiche della risposta, il vicesindaco Zampiccoli allarga le braccia. Tutto dipende da Trento, ripete. Il che allunga ulteriormente i tempi per l’auspicata riapertura dell’importante polmone di parcheggi liberi e contribuisce ad aumentare i disagi e il vocabolario di “parole gentili” dei residenti.