Vicenda Maroadi al Linfano di Arco, prosciolti il sindaco Betta e i funzionari

Claudio Chiarani16/06/20225min
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Il sindaco di Arco Alessandro Betta, difeso dagli avvocati Alessandro Olivi e Monica Baggia, è stato prosciolto questa mattina in tribunale a Rovereto davanti al Giudice per le Udienze Preliminari Maria Teresa Dieni da ogni accusa che la Procura gli aveva mosso a seguito della vicenda legata al camping Maroadi di Arco. Betta è stato prosciolto per non aver commesso il fatto e, dunque, non sarà rinviato a giudizio. Gli avvocati hanno dimostrato che il loro assistito, non essendoci prove reali che potessero dar adito al rinvio a giudizio, si è comportato correttamente. Sono stati prosciolti anche gli altri imputati, ossia l’allora dirigente Tiziana Mancabelli, il segretario comunale Rolando Mora e l’assessore con delega all’urbanistica Stefano Miori, tutti difesi da altri avvocati.

Si è conclusa così una intricata vicenda che prese il via con un infortunio sul lavoro, accaduto ai primi di aprile del 2019, al camping Maroadi che vide un accertamento da parte di un agente della Polizia locale il quale rilevò che mancava la deroga urbanistica per poter fare i lavori.

Ne derivò anche un “caso politico” con l’immediata mozione di sfiducia che le opposizioni presentarono nei confronti dell’allora assessore con delega Stefano Miori, ma bocciata in data 25 aprile 2019 nei giorni immediatamente seguenti il fatto, e i sigilli al cantiere al terzo piano della palazzina al Linfano di Arco,  apposti in data 3 giugno 2019.

“Siamo molto soddisfatti – afferma l’avvocato Alessandro Olivi dopo la sentenza – perché la formula con cui il Giudice per le Udienze Preliminari ha prosciolto il sindaco, e anche gli altri imputati devo dire, è quella più netta tra quelle che a questo stadio dell’inchiesta si poteva ambire, ossia il proscioglimento per non aver commesso il fatto. La dott.ssa Dieni, infatti, ha accolto integralmente la nostra tesi difensiva, anche questa va detto, comune a tutti gli indagati: il primo cardine su cui si è basata è di puro diritto, ossia che l’abuso d’ufficio è un reato che dal 2020 il legislatore ha rideterminato nella sua configurazione, restringendo le maglie della responsabilità penale, reato nel quale spesso un pubblico ufficiale veniva coinvolto per attività generiche. Il secondo punto su cui abbiamo basato la richiesta di proscioglimento -prosegue l’avvocato Olivi – riguardava la dinamica dei fatti, e cioè che Betta era stato “coinvolto” sulla base delle dichiarazioni fatte dalla funzionaria responsabile dell’ufficio edilizia del Comune di Arco, la quale aveva dato una sua versione a seguito dell’esposto, dicendo che lei avrebbe avvisato il sindaco relativamente al fatto che le sembrava che negli ultimi giorni ci fossero stati dei lavori presso il campeggio, lavori che il consiglio doveva ancora autorizzare. Ebbene tutto smontato e dettagliatamente esposto fino al proscioglimento”.

In pratica non esiste una prova del dolo e nemmeno una norma che imponesse a Betta di fare quello che, secondo la Procura avrebbe dovuto fare. Anzi, è stato dimostrato  che il primo cittadino è stato colui che tra tutti i soggetti coinvolti, come emerge dal fascicolo, che più si è interessato per giungere alla delibera del Consiglio comunale, sicuro che tutto fosse a posto.

Il sindaco Alessandro Betta, ovviamente, è molto soddisfatto: “Dico solo due cose, la prima che la politica cattiva, che litiga, che vive di esposti con me è stata ingenerosa. Con il mio e gli altri proscioglimenti è stata riconosciuta la nostra onestà, pur riconoscendo che non sono certo esente da errori. Ora la sentenza è definitiva, e chi in questi giorni ne diceva di tutti i colori contro di me può tacere. Per me candidare con quell’ombra addosso è stato pesante, ma una prima assoluzione mi è arrivata dalla Comunità con la riconferma a sindaco. Oggi arriva un grande sospiro di sollievo dopo lo stress passato in questi tre anni. Grazie a tutti coloro i quali rispettano il presupposto d’innocenza, grazie a chi in questi tre anni mi ha dimostrato solidarietà con un pensiero, mentre mi sia consentito dire a coloro i quali ci hanno fatto una campagna elettorale contro che, finalmente, è stata messa la parola fine a tutta la vicenda”.

 

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