Un viaggio nel tempo con le fotografie di Giovanni Skulina
Da sabato 6 aprile è possibile visitare al Museo di Riva la mostra fotografica “Giovanni Skulina. Frammenti d’istanti”.
Duecento fotografie scattate a Torbole, Arco e Riva del Garda da Skulina tra gli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento, che permettono di svelare un periodo storico ancora poco studiato, immortalando un contesto nel quale gli ultimi momenti di un mondo ancora rurale convivono con le nascenti attività legate al turismo di massa che da lì a poco avrebbero preso il sopravvento.
Alberghi di lusso, bancarelle con prodotti tipici e villeggianti che scendono meravigliati dai pulmini turistici si contrappongono agli scorci di borghi non ancora alterati dall’urbanizzazione, alle cerimonie religiose che sfilano lungo strade in terra battuta e ai mestieri tradizionali contadini legati all’eterno scorrere delle stagioni.
Dopo quasi settant’anni di oblio, grazie alla generosità degli eredi di Giovanni Skulina, il Museo Alto Garda, in collaborazione con l’Associazione Araba Fenice di Arco e la Soprintendenza per i beni e attività culturali della Provincia di Trento, si è fatto carico di riportare alla luce queste straordinarie testimonianze fotografiche ancora inedite e di mostrarle al pubblico per la prima volta, donandole così la visibilità che meritano.
L’esposizione ha colpito che lo studioso rivano Gualtiero Toniolo: “Giovanni Skulina è stato un fotografo talentuoso e sensibile – scrive in una nota – ha amato l’arte della fotografia guardando le persone attraverso il mirino della sua Leica, uno strumento per raccontare luoghi e personaggi dell’Alto Garda.
L’eclettismo, l’eleganza, la curiosità sono gli elementi che hanno caratterizzato il lavoro di Skulina, figlio di Johann arrivato ad Arco da Friedek, nell’attuale Repubblica Ceca. Il primo negozio viene aperto nel 1897, dopodiché alla fine degli anni Venti la famiglia apre una nuova attività fotografica a Torbole, dove il titolare diventa Giovanni. Fotografare è soprattutto la capacità di guardare prima ancora delle tecniche, è stato per lui un’unica missione a cui si è dedicato tutta la vita”.
Toniolo, poi, ringrazia i figli Walter e Roberto che hanno conservato quel patrimonio fotografico, senza dimenticare l’altro figlio Riccardo (scomparso prematuramente nel 2001), redattore del giornale Alto Adige, che conservava nella sua casa di Torbole le pellicole del papà.
“Nella sequenza di questa mostra – conclude il critico rivano – si può ammirare la bellezza dei luoghi negli anni prima e dopo la Guerra, si alterna al paesaggio contemporaneo la nuova urbanizzazione e così racconta un mondo fatto di atmosfere sospese. Ancor più toccante è il contrasto tra la nostalgia di una storia gloriosa e un presente che sembra voler far meno del passato come della storia contemporanea. L’immagine fotografica non è solo ciò su cui posiamo gli occhi per un momento, ma ciò che produce, nel tempo, dentro di noi”.