Trasferimento stazione corriere di Riva: “L’area San Cassiano sia protetta”
Come cancellare la nostra storia con un colpo di spugna. Che della nostra cultura, della nostra storia, di chi ha abitato queste terre non interessi a nessuno è lampante. L’esempio dell’area San Cassiano di Riva del Garda è la punta di un iceberg che rappresenta lo scarso interesse verso tutto ciò. Dunque, se col benestare della Soprintendenza sia chiaro, su quell’area si voglia realizzare uno spazio destinato a servizi per Trentino Trasporti si sappia che si cancellerà una parte di noi, di ciò che eravamo e che, se opportunamente vagliato, poteva essere un’attrazione turistica. Non siamo a Pompei o Ercolano, neanche ai Fori Imperiali di Roma certo, ma il disinteresse per i nostri siti archeologici sono sotto gli occhi di tutti. Lo scrisse tempo fa l’Associazione Trentino Storia Territorio, lo sottolinea ora l’Associazione Pinter prendendo a cuore l’area di San Cassiano, uno spazio di circa 6.000 metri quadri dove si trovano i resti di un’importante arteria romana, una necropoli, resti di attività agricole e artigianali, una villa rustica d’epoca tardo antica. Asfalto sopra e via, tutto coperto. Tanto a chi interessa? Detto con tutto il rispetto per Trentino Trasporti, ovviamente, che da tempo chiede spazi per poter operare, e questo è chiaro a tutti che sia un desiderio da esaudire come lo spostamento dell’attuale autostazione rivana che lì, dove si trova ora, non può più stare. Ma è proprio impossibile pensare ad altro luogo? Si vede di si perché la “visione” attuale del territorio questo prevede. Finché ci saranno la vela, il windsurf, la mountain bike, gli sport outdoor come l’arrampicata e i “numeri” diranno che questo è il turismo che interessa. Ma una cosa va tenuta bene in mente: l’Italia è lo 0,2 delle terre emerse e possiede un vasto patrimonio culturale e artistico mondiale. Un dato nel quale S. Cassiano s’inserisce bene. Anche questo non va dimenticato quando in Italia il fenomeno legato al turismo culturale è in netta crescita. Si prenda ad esempio la città spagnola di Cartagena, nella Murgia. Città romana come tante altre, dove il turismo culturale ha preservato tutti i ritrovamenti dell’antico Impero, mostrandoli sotto strutture realizzate in vetro stratificato visitate da milioni di persone all’anno. O si vada a Brescia, che è più vicina di Cartagena, a vedere cosa è stato fatto in centro città. Un tempio dedicato a Giove, pavimenti e affreschi di ville romane che attraggono milioni di turisti all’anno. Una visione ben diversa da quella che oggi ha Riva.