Tornare a scuola in Trentino: ecco tutte le nuove norme
“Il 14 settembre è una data importante ed è giusto dare informazioni aggiornate ai cittadini: la situazione si sta stabilizzando dal punto di vista epidemiologico e la riapertura delle scuole è fondamentale. La nostra volontà è riaprire e restare aperti; i nostri protocolli in parte sono diversi da quelli messi in atto nel resto d’Italia perché crediamo di avere una nostra esperienza e modalità di azione”.
Così il presidente della Provincia autonoma di Trento ha annunciato ultimi aggiornamenti per un avvio in sicurezza dell’anno scolastico. “La fase di avvio non sarà facile, chiediamo pazienza e responsabilità da parte di tutti”, ha detto ancora il presidente, ricordando il grande sforzo organizzativo e gestionale messo in campo dalla Provincia.
Ecco nel dettaglio gli ultimi aggiornamenti.
Protezione Civile
Entro domenica 13 saranno consegnati 3.500 banchi monoposto nelle scuole del territorio e oltre 1.300 termoscanner: la temperatura sarà controllata a tutti, personale e studenti, all’ingresso di ogni plesso. Si fa appello, comunque, alla responsabilità delle famiglie e dei lavoratori per misurare la temperatura a casa e a non andare a scuola in caso di febbre o sintomi influenzali.
Il 14 settembre sarà allestita una sala operativa della protezione civile dalle ore 6 del mattino a cui sono invitati a partecipare forze dell’ordine e comuni per garantire una gestione coordinata del territorio, con l’obiettivo di evitare assembramenti e rendere fluida la viabilità.
Trasporti
Si tratta di uno dei nodi più importanti dell’organizzazione, dato che coinvolge circa 50.000 studenti abbonati al trasporto pubblico. I servizi di linea sono stati potenziati per colmare il gap dei posti disponibili necessario a garantire il distanziamento di sicurezza (80% dei posti disponibili). Sono circa 50 i pullman delle imprese private che interverranno a rinforzo i mezzi pubblici nelle tratte urbane, extraurbane e a potenziamento delle tratte ferroviarie della Valsugana e della Trento-Malè. 450 mezzi del Consorzio trentino autotrasporti sono invece impiegati per il servizio alle scuole dell’infanzia e primarie. L’avvio delle scuole dell’infanzia, è stato detto tra l’altro, non ha evidenziato particolari problemi nell’uso delle mascherine nei bambini fra i 3 e i 6 anni. Da ricordare che la mascherina è obbligatoria per chi sale sui mezzi; nelle autostazioni e stazioni ferroviarie ci sarà il personale di Trentino trasporti, Trenitalia e anche della vigilanza privata a facilitare il rispetto del distanziamento. Per quanto riguarda il traffico si ipotizza un lieve aumento delle criticità, con un volume maggiore del 5% rispetto al consueto. Per questo in ambito urbano vengono raccomandati gli spostamenti in bicicletta o a piedi, quando possibile. Le porte dei mezzi potranno essere aperte ogni 15 minuti con fermate aggiuntive, per garantire il ricambio dell’aria.
Didattica in presenza
Sono oltre 70.000 gli studenti ad oggi in Trentino. Il rientro a scuola rimette al centro la questione educativa, è simbolico dal punto di vista sociale, ma è soprattutto un percorso oggettivo di crescita personale per i giovani, per cui la logica organizzativa didattica è stata quella di garantire la scuola in presenza, con un atteggiamento di prudenza. Il numero di classi è maggiore rispetto allo scorso anno e questo ha comportato un incremento di personale docente e ausiliario: circa 800 addetti in più, che rappresentano un importante investimento per la scuola trentina, che è comunque pronta ad affrontare anche eventuali fasi di emergenza. Oltre al meccanismo per garantire un accesso e un deflusso ordinati, si ribadisce il rispetto dei protocolli (mascherine nei momenti di potenziale rischio di assembramento, distanziamento, aerazione con pause per il giusto ricambio d’aria); è prevista la ricreazione in classe e momenti di pausa per garantire i servizi. È stato effettuato anche un censimento delle risorse informatiche presenti a scuola e i riscontri sono buoni dal punto di vista delle dotazioni.
Prevenzione sanitaria
La gestione casi sospetti o accertati si basa sul concetto del gruppo-stanza: in presenza di un caso sospetto non viene bloccata immediatamente la classe, ma lo studente viene isolato e deve subito rientrare a casa. Il pediatra o il medico di famiglia valuterà se effettuare il tampone e se risulterà negativo, lo studente potrà essere rimesso in classe. Se invece il risultato sarà positivo, verrà attivata la quarantena per lo studente e la classe, ma non sarà bloccata l’intera scuola. Il principio che verrà seguito comporta che il contatto del contatto non verrà posto in quarantena (non i familiari dei compagni di classe, quindi): le misure restrittive si limiteranno ai genitori e ai conviventi dello studente positivo. Per quanto riguarda i docenti è stato pensato un approccio diverso per insegnanti delle scuole dell’infanzia e primarie e per quelli delle medie e superiori, dato il diverso rapporto con gli alunni. Se emergesse un caso positivo in una classe gli insegnanti non verranno messi in quarantena, ma verrà effettuato un tampone in quinta/sesta giornata dall’emersione del caso, senza interruzione dell’attività didattica. Per garantire queste procedure saranno utilizzati anche test antigenici rapidi, una possibilità diagnostica che darà risposta in 20 minuti.