Tamanini: “Non abbattete il vecchio ospedale di Arco!”

Redazione03/01/20184min
20170809_DSC6513 OSPEDALE VECCHIO ARCO

La notizia del possibile abbattimento dell’edificio dell’ex Ospedale di Arco ha risvegliato la vena polemica del Dottor Carlo Tamanini. Un argomento molto caro al novantenne farmacista, in quanto egli ha vissuto in prima persona la storia dell’edificio e per il quale aveva anche proposto un progetto per una nuova destinazione d’uso. Tamanini ci ha inviato una nota nella quale traccia una storia a partire dalla sua costruzione, ma anche delle proposte sul suo possibile utilizzo, in contrapposizione a quelle che a suo dire sono le errate destinazioni degli atri edifici pubblici nella cittadina delle palme.
Ecco il suo intervento.
“Nel lontano 1960 vedeva la luce il nuovo Ospedale di Arco su progetto dell’architetto Claudio Odorizzi, costruzione molto ben strutturata e con criteri antisismici (novità assoluta per quei tempi), che sostituiva il vecchio Ospedale, quello oggi riconosciuto come reparto psichiatrico.
Allora esisteva anche un Ospedale a Riva ed era in discussione se non era il caso di unificare tutto in Arco. Diatriba che durò nel tempo e nella quale vide il sottoscritto come attivo sostenitore della collocazione in quel di Arco.
Si decise finalmente per Arco, ma si ritenne che l’ospedale “Odorizzi” fosse inadeguato e si parlò di una nuova struttura. Sarebbe stato l’ospedale “Tre”. Mi opposi e chiamai in campo personalmente due tecnici per fare un modellino in legno e due architetti di valore, Baldessari e Casali.
Si alzava di un piano l’ospedale “Odorizzi” (lo chiamo così per evitare confusioni) e lo si allungava con una costruzione verso la montagna, costruzione che avrebbe ospitato la piastra-servizi.
Il calcolo dei costi venne stilato dall’allora amministratore della ditta “Angelini costruzioni” Carlo Modena, che ne può essere ancora buon testimone.
Il modello in legno fu portato in giro per le varie sedi dei partiti. Fu discusso e contro-discusso.
Ma… ma il progetto di uno Speziale, capace solo di far “pirole”, fu sostituito da un labirinto architettonico che costò fior di miliardi di lire in più del progetto “Tamanini”.
Leggo sul giornale la proposta della Provincia di abbattere l’ospedale “Odorizzi” per far verde e parcheggi. Ho corso il rischio di avere un infarto tanto mi sono incazzato. Sì, incazzato!
Come? Sono mesi che andiamo proponendo di trasferire nell’Odorizzi gli uffici della Sanità e di sistemare la Scuola musicale in casa Bresciani a Varignano (ma ormai destinata alla sede del Casinò), ancora lì abbandonata ma funzionante perché vi erano stati sistemati anni fa gli uffici comunali. Avevamo anche proposto di sistemare l’Anfass in villa Elena pure abbandonata e adesso ci si viene a dire che bisogna abbattere l’Ospedale “Due”, ripeto “Odorizzi”?
Ci si rende conto o si è ciechi nel non voler vedere che l’edificio enorme delle Palme è sproporzionato per ospitare gli uffici della Sanità e l’Anfass?
L’edificio “Palme” deve avere un’altra destinazione se si è illuminati e veggenti! Se non si vuol cedere a Privati, si realizzino case Itea, vi si inserisca lo stabile secondo il bel progetto “anziani e salute” e si colleghi la Via Vergolano con il Viale delle Magnolie con una galleria; infine al primo piano si costruisca il più grande supermercato COOP.
Non abbattete, per favore, l’ospedale Odorizzi!”.

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