Sempre meno pesci nel Garda: maxi-studio per salvare la fauna ittica

Redazione17/08/20253min
pescatori torbole(anni trenta)


 

Un grande progetto scientifico è pronto a prendere il via sul lago di Garda: un censimento completo della fauna ittica che si svilupperà nell’arco di 30 mesi. Coordinata dall’Università dell’Insubria e finanziata con 570 mila euro, l’indagine punta a fotografare lo stato di salute delle specie ittiche, con un focus particolare su coregone, agone e carpione, tra le più sensibili ai cambiamenti ambientali.

Pesci in calo: servono dati precisi
L’iniziativa nasce dall’urgenza di rispondere a un fenomeno ormai evidente: la progressiva diminuzione del pescato. I dati provenienti dalla pesca professionale mostrano un crollo costante, anno dopo anno. Il coregone, per esempio, che rappresenta oltre l’80% del pescato complessivo del Garda, ha visto un calo preoccupante: dai 56.000 kg del 2020 si è scesi a 12.000 kg nel 2024. Anche l’agone, mai oggetto di ripopolamento, ha registrato una flessione superiore al 50% nello stesso periodo.
Tra le cause, si individuano il deterioramento degli habitat, come la scomparsa di sponde naturali dovuta alla cementificazione, e la diffusione di specie aliene invasive, in particolare il pesce siluro, che minaccia l’equilibrio dell’ecosistema predando le specie autoctone.

 

 

Un progetto interregionale
Per la prima volta, le tre realtà territoriali che si affacciano sul lago – Veneto, Lombardia e Provincia autonoma di Trento – hanno deciso di unire le forze. L’ultimo via libera burocratico è atteso entro fine agosto, ma il progetto è già definito. Dopo l’introduzione di un regolamento unico per prelievi e ripopolamenti, ora si punta a costruire una gestione condivisa e scientificamente fondata delle risorse ittiche del Benaco.

Tecnologie all’avanguardia per conoscere il lago
L’indagine sarà condotta con tecniche innovative, tra cui l’analisi del DNA ambientale, che permette di rilevare la presenza delle specie anche senza cattura diretta. A questo si affiancheranno metodi tradizionali come le pescate mensili e le misurazioni biologiche. L’obiettivo è ottenere un quadro aggiornato e affidabile, utile non solo alla conservazione dell’ambiente, ma anche allo sviluppo di politiche sostenibili per la pesca professionale e sportiva.

Specie simbolo a rischio
Tra i protagonisti in declino ci sono vere e proprie icone del Garda: il carpione, specie endemica del lago, e la trota lacustre. Ancora più critica la situazione dell’alborella, un tempo abbondante e oggi praticamente scomparsa. Negli anni ’80 se ne pescavano oltre 1300 quintali all’anno; nel 2001 si era già scesi a 22, e nel 2003 a soli 3,5 quintali.
Il coregone, invece, ha una storia particolare: introdotto a fine Ottocento dai laghi di Como e Iseo, era stato inserito nei programmi di ripopolamento fino al 2021, quando venne improvvisamente escluso perché considerato non autoctono – decisione oggi messa in discussione alla luce dei dati drammatici.