Scuola: protocollo con le Procure contro i reati e la tutela dei minori
La scuola come ambiente il più possibile sicuro e protetto per le giovani generazioni e come presidio fondamentale per il benessere dei minori, con particolare attenzione alla prevenzione, al contrasto dei reati, anche quelli commessi tramite chat, social e il cyberbullismo. In questa direzione si inserisce il protocollo d’intesa per le “Linee guida sulle modalità di segnalazione e denuncia all’autorità giudiziaria ordinaria e minorile da parte degli operatori scolastici”, siglato la Procura generale di Trento alla presenza della Vicepresidente della Provincia autonoma di Trento e assessore all’istruzione Francesca Gerosa, del Procuratore generale di Trento Corrado Mistri, dei Procuratori della Repubblica di Trento Sandro Raimondi e di Rovereto Orietta Canova, del Procuratore della Repubblica facente funzioni presso il Tribunale per i Minorenni di Trento Nadia La Femina, nonché della dirigente generale del Dipartimento Istruzione Francesca Mussino.
L’accordo tra la Provincia, le Procure ordinarie e la Procura dei minorenni fornisce in maniera organica il quadro di riferimento per le segnalazioni da parte delle scuole dell’infanzia e delle istituzioni scolastiche e formative del sistema educativo provinciale, garantendo omogeneità di procedure e definendo le interazioni tra le istituzioni coinvolte.
Cosa prevedono le Linee guida per le segnalazioni e denunce degli operatori scolastici
Con l’intesa si stabiliscono linee guida uniformi per tutte le scuole dell’infanzia e le istituzioni scolastiche e formative provinciali e paritarie, relative alle modalità di denuncia e/o segnalazione all’autorità giudiziaria ordinaria e minorile nei casi in cui gli operatori scolastici, nell’esercizio delle proprie funzioni, vengano a conoscenza di situazioni che potrebbero configurare reati o situazioni di pregiudizio per gli studenti minorenni. Questo include sia i reati commessi da o a danno di studenti, sia situazioni che, pur non integrando fattispecie penalmente rilevanti, possano indicare un disagio dell’alunno, probabilmente riconducibile a un contesto familiare problematico, tale da rendere necessario un intervento dell’autorità giudiziaria per valutare l’adozione di provvedimenti a tutela del minore.
Nel protocollo sono descritti i reati procedibili d’ufficio di cui l’operatore scolastico potrebbe venire a conoscenza e rispetto ai quali ha l’obbligo di riferire, senza ritardo, all’autorità giudiziaria ed i reati commessi da minori attuati attraverso le nuove tecnologie come internet, social network, smartphone e chat, quali diffamazione, molestie, minacce, la diffusione illecita di materiale a contenuto sessualmente esplicito che si inseriscono nei fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Trovano anche collocazione gli indicatori di una serie di situazioni derivanti da condotte che non necessariamente costituiscono reato ma che comunque comportano pregiudizio al benessere del minore.