Roccia del Colodri sotto osservazione radar
La roccia del Colodri di Arco è friabile e la sua tenuta è costantemente sotto l’occhio dell’amministrazione e dei tecnici, in particolare in questi giorni di pioggia intesa che sta dando qualche preoccupazione. Noto come “labbro d’oro”, la porzione di roccia che sovrasta Prabi, tanto famosa ma delicata, da oggi è sotto controllo “radar”, apparecchio in grado di determinare eventuali micro spostamenti di porzioni di roccia. Le campagne della Moletta, dunque, stanno ospitato questo strumento che funziona con una particolare tecnologia dell’azienda milanese LisaLab chiamata GBInSAR, evoluzione di un sistema precedente (Lisa), frutto di anni di studi svolti al Centro di Ricerca Comunitario della commissione Europea di Ispra dell’Unità di Sicurezza Umanitaria. Il risultato, si legge nella descrizione dell’azienda milanese che lo produce, è un sistema capace di misurare e seguire nel tempo il comportamento e le deformazioni delle strutture del terreno. Insomma, dei sensori a tecnica radar simili a quelli installati oggi sui satelliti, ma implementato con un sistema mobile con piattaforma terrestre,.
Tutto questo ai fini della sicurezza che, grazie alle misurazioni potrà dare precise indicazioni e permettere ai tecnici di sviluppare strategie di protezione civile.
Per il vicesindaco la porzione definita “Labbro d’oro” è saldamente poggiata su di un gradino che, oggi, sorregge il tutto, ma se è considerata una posizione critica da almeno un quarto di secolo è ora di avviare un monitoraggio preciso dell’intera situazione e, in base ai risultati del monitoraggio, prendere le dovute precauzioni.
Di conseguenza si sono aperti i ragionamenti sulla possibilità di spostare via dei Legionari cecoslovacchi più vicina all’alveo del fiume Sarca, ipotesi che creerebbe una sorta di “cuscinetto” tra la parete e il passaggio di automobili, pedoni e ciclisti. Operazione non certamente facile e dagli aspetti tecnici “importanti” è stato detto dal numero due arcense, ipotesi al vaglio di un accurato studio che prende in esame tutte le possibilità annesse e connesse. Dalle opere di mitigazione del rischio sulla parete al terreno dove portare il materiale di risulta dall’eventuale scavo (una galleria?), dall’ipotesi di un Vallo Tomo di protezione che, nell’ipotesi di un ampliamento del nuovo Aquapark andrebbero certamente previste e realizzate. In tempo molto stretti, strettissimi.