Riva del Garda avrà le sue “pietre d’inciampo”

Claudio Chiarani30/09/20202min
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A Roma le pietre d’inciampo sono molte, presenti soprattutto nel Rione Monti, quello dove abita anche il Presidente emerito Giorgio Napolitano, perché era il Rione abitato (ed è) da molte famiglie di ebrei. Con la storia a tutti nota del perché sono state posate a memoria perenne dell’orrore della Shoah. Ebbene, anche a Riva e molto probabilmente ne saranno poste alcune a ricordo di famiglie ebree che abitavano in zona, ma anche di perseguitati dal nazi fascisti per le loro idee diverse, per motivi culturali, sociali o religiosi che in quegli anni non andavano a genio al regime. Cubetti di porfido con targhe in ottone e la scritta “qui abitava”, “qui studiava”, “qui lavorava”, eccetera. Oltre alle pietre d’inciampo Riva si prepara a realizzare targhe commemorative dei caduti per la battaglia partigiana del 1945, una decisione che ha preso l’amministrazione comunale affidando uno studio al Mag (Museo Alto Garda) che l’ha girata a Novella Volani di Rovereto (5.000 € il compenso stabilito) per la ricerca storica e la verifica dei nominativi. Si tratta di un progetto denominato “Stolpersteine” (pietre d’inciampo, appunto) la cui referente europea è Anne Thomas e nel quale c’è una prima lista di martiri e deportati rivani, che a Riva ha preso l’avvio ancora due anni fa ed è stato inserito nel Piano di attività per il 2020 del Museo Alto Garda. Collaborano l’archivio della Fondazione Museo Storico del Trentino e quello dei deportati del Laboratorio di storia di Rovereto. Per avere il nome sulle pietre d’inciampo esiste un rigido protocollo dato che è anche un marchio registrato. Per fare tutte le verifiche necessarie e ottenere l’autorizzazione, dunque, serve un percorso lungo di almeno due anni.

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