Riforma Apss, incontro con la Valle dei Laghi: “Auspichiamo le migliori risposte ai cittadini”
Presentati i cardini della nuova riforma territoriale dell’Azienda sanitaria ai rappresentanti istituzionali delle comunità Valle dei Laghi, Rotaliana-Königsberg e Paganella: l’incontro con i commissari e i sindaci dei tre territori è avvenuto presso il municipio di San Michele all’Adige. La riforma è stata illustrata dall’assessore alla salute della Provincia autonoma di Trento Stefania Segnana e dal direttore generale f.f. di Apss Antonio Ferro. Presenti anche il dirigente generale del Dipartimento Salute e politiche sociali Giancarlo Ruscitti e numerosi dirigenti Apss.
“Quello di oggi è un incontro interlocutorio, perché vogliamo che la riorganizzazione sia quanto più condivisa e approvata. La nostra intenzione è che la sanità sia gestita sul territorio, per dare le migliori risposte alle comunità e ai cittadini, prima dell’arrivo in ospedale”, ha detto l’assessore Segnana.
Antonio Ferro ha esposto in sintesi la proposta di riforma, che permette una maggiore capillarità e penetrazione sul territorio dei servizi e definisce sei distretti in base a parametri oggettivi, con i tre obiettivi di omogeneità, equità e decentramento.
Nel corso della serata è stato presentato dapprima il quadro teorico, quindi la struttura dell’azienda con gli organigrammi e nel contempo mostrato come si concretizzano i principi della risposta sanitaria territoriale nell’organizzazione. Ferro ha spiegato che si punta ad una interfaccia forte tra ospedale e territorio, cercando di dare alle amministrazioni locali degli elementi di continuità anche con l’assistenza sociale. Vengono poi ripristinati i dipartimenti ospedalieri e creati tre nuovi dipartimenti transmurali: pediatrico, ostetrico-ginecologico e “anziani e longevità”. Previsti poi alcuni incarichi di percorso, come ad esempio la diabetologia, collegati al territorio. Altro aspetto legato all’idea di sanità territoriale che si interseca con la riforma della medicina di famiglia è quello delle reti professionali, per una visione della sanità “di prossimità”, che intervenga sulle cure a casa per chi ha un primo livello di necessità, riservando le cure ospedaliere ad un secondo livello di gravità.
Si è poi parlato della scommessa sulle professioni sanitarie, con le sei nuove strutture infermieristiche complesse, le reti cliniche dei medici di famiglia, la necessità di soddisfare le esigenze delle valli con l’attrattività per i professionisti. Come è stato detto, gli amministratori locali possono contribuire a trattenere i medici di base, la cui carenza è ormai nota non solo in Trentino, anche grazie alla messa a disposizione gratuita degli ambulatori e degli alloggi e favorire l’ospitalità attraverso il miglior inserimento possibile del medico nella comunità.